E’ davvero possibile che il Pd reggiano si spacchi anche per causa mia? Cioè della mia nomina ad assessore allo sport del Comune di Reggio, come rilevano stamane i giornali? E’ una colpa? E poi, che strana questa liturgia partitica che impone la riunione del massimo organo dirigente dopo, e non prima, le nomine delle giunte. A cosa serve se non per sfogare tutte le delusioni e le frustrazioni? Ma vengo al nodo Del Bue. Berlusconi nomina ministri alcuni dei più illustri ex dirigenti del vecchio Psi, vedi Sacconi, e capogruppo uno dei massimi esponenti dell’ex sinistra socialista, vedasi Cicchitto, e deputati ex parlamentari socialisti, da Colucci alla Bonniver, da Caldoro a Barani, e non succede nulla. Il Pd di Reggio nomina me assessore comunale e succede il finimondo? Poi si lamenta se i socialisti votano Berlusconi. E non ne camprende i motivi. Per di più, proprio io, sarei sottoposto a processi, dopo avere lasciato un tranqullo seggio parlamentare, e da quegli stessi che ho scelto come alleati? Mi parrebbe francamente sconcertante. Eppure sono convinto che non sia così. O meglio, che non sia del tutto così. Il Pd attraversa un momento di enorme difficoltà. E si sta dividendo sulla scelta del nuovo segretario. Chi sta con Bersani si oppone radicalmente a chi sta con Franceschini e tra i due un medico chirurgo è pronto ad intervenire in caso di necessità. Tutto è orientato alla grande sfida, che è cominciata e non si sa quando sarà fnita. Congresso, primarie, poi decisione di rimanere insieme o no, il percorso è lungo e durerà almeno fino alla fine dell’anno. Per parte mia guardo con grande rispetto a questa disputa democratica. Osservo solo che non sono candidato e non c’entro nulla. E che, se il Pd si spaccherà, non sarà certamente per causa mia.