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Abbiamo tenuto duro più di Bossi

5 Aprile 2012 2.146 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Ma sì, siamo garantisti noi e anche rispetto al partito che alzò il cappio in Parlamento dobbiamo tenere il nostro atteggiamento tradizionale. Rispetto e solidarietà umana per Bossi che si dimette e attesa perché le accuse vengano provate da sentenze di tribunale. Resta un dato politico, dopo le dimissioni del capo verde. E cioè che i socialisti, messi sul banco degli imputati vent’anni fa, hanno avuto il merito di tenere più duro di lui. In pochi, se si vuole, purtroppo ancora sparsi, spesso divisi e senza rappresentanza parlamentare (ma con una diffusa presenza nelle istituzioni regionali e locali), abbiamo retto quasi in una situazione di semicladestinità mentre loro, i lumbard, i barbari sognatori, i grandi utopisti che innalzavano l’ampolla divina del Po, se la spassavano nei governi, nelle associazioni più importanti, nelle presidenze e sulle poltrone più ambite. Loro, con un partito monocratico con tanto di capo che, come un imperatore medioevale, non può essere sostituito neppure se gravemente malato. E con un cerchio magico, una sorta di “nani e ballerine”, che continuava a spassarsela a spese del capo. Loro, con una concezione monarchica del partito, in cui esiste il numero uno che designa il suo successore, che finisce, come proprio come nelle monarchie ereditarie, per essere quello più naturale, e cioè il figlio. Il delfino che da padano si trasforma in trota. Un Trota che si lascia pescare forse con un pò troppa faciloneria. Un partito senza congressi, senza democrazia, in cui un segretario a Varese viene proclamato all’unanimità con l’unanimità dei dissensi. Un partito uninominale, senza storia, che nasce su un problema reale, il federalismo, che, dopo vent’anni, non ha potuto risolvere nè partecipando al governo nè invocando una secessione impossibile. Un partito che rischia di finire col capo. Come il Pdl e magari tra un pò l’Italia del valori. Ha ragione Giannini su Repubblica. E’ un bene che i partiti senza democrazia e che si reggono solo sul presunto carisma del loro leader finiscano al più presto e con loro questa seconda repubblica che tanto danno ha fatto all’Italia. Noi socialisti abbiamo tenuto duro, caro senatur, senza potere, senza soldi, senza bel-siti, anche per attendere questo momento. Il momento del ritorno della politica, quella con la P maiuscola. Della politica, senza trote e segugi, con idee e valori. E tanta coerenza e testardaggine. Di duro ci vantiamo, noi socialisti italiani, di avere soprattutto il carattere…

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