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La sfida di D’Alema

18 Ottobre 2012 1.389 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo
Ci sono stati anche momenti in cui D’Alema si è piegato a interpretare il peggio: la stagione di Tangentopoli, le accuse a Craxi, il pieno sostegno al dipietrismo e prima ancora quel suo essere così anti occhettiano da sostenere la continuità col vecchio Pci, l’ostilità verso il revisionismo socialista. Poi ha avuto più d’un ripensamento. Ha sostenuto più di altri l’omogeneità col socialismo europeo, ha riscoperto prima di altri alcuni meriti di Craxi, ha lanciato più d’un altolà al giustizialismo dilagante, ha combattuto il nuovismo senz’anima, ma anche l’autosufficienza del suo nuovo partito. Il tutto sempre nella dimensione del dirigente comunista, cioè spesso accettando decisioni che non condivideva per ragion di partito. E quest’ultimo retaggio lo ha contraddistinto anche durante la sciagurata scelta veltroniana del 2008 di apparentare Di Pietro e non i socialisti. Tuttavia D’Alema è un professionista in un mondo di dilettanti, è un leader politico in un mondo di gnomi, di comici di professione o involontari. E ha passione politica. Ne conosce la regola fondamentale. Mai anteporre la difesa di un posto a una battaglia. Quest’ultimo non è comportamento da leader, ma da comprimario. Così ha deciso di sparigliare. Si sentiva nell’angolo del ring ed era addirittura finito sotto il camper. Era il momento di reagire con una mossa clamorosa. E ieri l’ha fatta. Se vincerà Bersani non si candiderà, se vincerà Renzi sarà guerra. Ha cambiato i termini della questione, anzi li ha capovolti, sottraendo al suo avversario interno  il suo obiettivo preferito. Quel suo rottamare che poi s’imbatte contro una regola della politica più nobile (ma Nenni e Togliatti, De Gasperi e Moro, Saragat e La Malfa, non sono mai stati rottamati) oggi conosce un grave intralcio. La rottamazione si farà solo se vincerà l’antirottamatore Bersani. D’Alema, che era finito sotto il camper, adesso si è messo a guidare il suo e lo ha diretto contro Renzi. Una scelta da politico di razza.

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