A botta calda
Nel momento in cui scrivo ho i dati quasi certi riferiti al Senato. Una rivoluzione. Un netto stravolgimento di tutte le previsioni e i sondaggi. Il centro-destra rimonta clamorosamente e sembra addirittura prevalere. Ma questo conta poco nel calcolo dei senatori. Se il centro-destra non dovesse avere la maggioranza dei senatori, certo non l’avrà neppure una già difficile coalizione tra Bersani e Monti. Anche qualora il centro-sinistra, come appare probabile, dovesse prevalere alla Camera aggiudicandosi il premio di maggioranza, non ci sarebbe alcuna maggioranza politica in Italia. Sottolineo a caldo tre elementi. Il primo è costituto dalla forte, e per molti inattesa, affermazione del Movimento 5 stelle che potrebbe risultare il primo partito italiano. Francamente me l’aspettavo. Non si può riempire tutte le piazze, mentre gli altri faticano a riempire angusti teatri, non si può ottenere un’audience così clamorosa, un’inesistenza attiva così costante, non si può suscitare così tanta emozione soprattutto nelle nuove generazioni, ma anche nei ceti produttivi colpiti dalla crisi, non si può insistere con una politica economica così pesante (ma l’Europa si rende conto che non si può trascinare un paese sul filo della sua tenuta democratica, e poi stupirsi del risultato di chi tutto contesta e si affida al popolare slogan “Tutti a casa”?). Il secondo elemento è la campagna sottotono di Bersani, come se parlar poco, dir quasi nulla, volar basso, radente a terra, gli avesse consentito di vincere, come quel corridore che non pedala più e si avvia a tagliare il traguardo a braccia alzate. Un clamoroso errore. Un abbaglio. Un mezzo suicidio. Inutile adesso scomodare Renzi. Con lui sarebbe stato diverso? Probabilmente sì. Il terzo elemento è la rimonta di Berlusconi. Io penso che esista in Italia una forte, robusta, invidiabile, minoranza di sinistra. Per vincere la sinistra ha bisogno di altre aree elettorali. Quelle che in altri paesi sono state conquistate dai socialisti, e che in Italia un partito che proviene dal Pci non riesce ancora a fare sue. Tanto che per vincere in passato hanno avuto bisogno di Prodi, cioè di un ex democristiano. A botta calda riesce difficile pensare a un governo. Eppure sono convinto che un governo vada fatto, se non siamo, anzi se non sono, irresponsabili. Lo pretende l’Europa, lo attende l’Italia. Forse per un solo anno, forse solo per riformare le istituzioni e sorvegliare sull’economia, ma ritengo un suicidio, caro Fassina, parlare subito di nuove elezioni. Il bel tacer non fu mai scritto…
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