Il caso De Girolamo e il caso Letta
Non lamentiamoci che ci sia qualche vaffa. Ormai si tratta di un’imprecazione che è entrata nel gergo politico. E ha portato fortuna. Figurarsi quando si pensa di essere solo tra amici. Ovvero, il problema oggi è che non si è mai soli. Il grande fratello orweliano ti sorveglia ovunque. Come il caso Hollande insegna, anche quando vai in incognito dall’amata, o come nel caso Cancellieri, quando si telefona a un amico. D’altronde i social network insegnano che la nostra vita è ormai in presa diretta. E che il cosiddetto privato non esiste più. La prima, spiacevole e triste rivelazione del nostro tempo moderno è costituita dal fatto che le nuove tecnologie ci hanno rubato la vita. Almeno quel che noi pensavamo fosse la nostra vita, coi segreti e anche i misteri che ognuno di noi custodiva per sé. Così Nunzia De Girolamo non si stupisca, né tanto meno si scandalizzi per essere stata intercettata, questa volta non da una registrazione abusiva di qualche piemme, ma da un ex amico col quale era entrata in conflitto. Certo la premessa è d’obbligo. Perché nel salotto di papà nessuno assume toni e modi ufficiali. Si lascia andare a qualche valutazione istintiva, a qualche frase ad effetto, a qualche imprecazione. Può stupire che un deputato discuta di sanità e di qualche amico o nemico nel regno che fu di Mastella, dal quale tutto passava, senza lasciar nulla al caso, nemmeno l’assunzione di un infermiere? Io non mi stupisco. C’è il problema del bar dell’ospedale affidato a un parente della De Girolamo. Se c’è stata qualche forzatura o abuso, o addirittura una illegittimità, si proceda. Ma fino ad ora la De Girolamo non ha ricevuto alcun avviso di garanzia. Quel che ormai dovrebbe stupire, ma non stupisce più, è la posizione di una parte del gruppo dirigente del Pd. Leggo la nota di Gozi, di ieri, e la sua richiesta esplicita di dimissioni, che del resto aveva chiesto anche a Saccomanni. Leggo, soprattutto, le parole di Renzi che esalta il sacrificio della Idem, prima di prendersela ancora con Letta, affibbiandogli la colpa del malgoverno. Penso che la situazione si sia fatta troppo pesante. Il Pd paradossalmente sembra il partito più diviso e più forte. Viene dato in netto aumento dai sondaggi, e credo sia più per merito di Renzi che di Letta. Ma Renzi deve bene calibrare i tempi e le conseguenze delle sue bordate. Se riuscirà a fare la legge elettorale potrà votare a giugno. Altrimenti dovrà accettare di vivere un anno e mezzo con l’elmetto col rischio di logorarsi. Sapendo, peraltro, che senza legge (o meglio con questa legge) Renzi non può mettere in crisi Letta e votare, Berlusconi e Alfano (visto che Grillo si è già tirato fuori) hanno un’arma eccezionale. Anzi, hanno Renzi in mano. Basterebbe affidare le leggi alle commissioni parlamentari. Ricordate il vecchio detto, se il buon Dio non avesse voluto creare il mondo avrebbe dato l’incarico a una commissione? Lo capiranno?
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