Il compagno G. professionista del silenzio
Il compagno G e Gianstefano Frigerio, ma guarda chi si rivede. L’ex comunista e l’ex democristiano ancora protagonisti nella nuova Tangentopoli Expo 2015. Chi l’avrebbe mai detto? Non che ancora sopravvivesse la corruzione, ma che i protagonisti di oggi fossero i protagonisti di allora. Son passati vent’anni ed ecco dal cilindro riapparire, con molti capelli in meno e molto più bianchi, i loro volti. L’ex democristiano e l’ex comunista. Chissà perché un revival così impietoso, stavolta, com’è naturale, senza ex socialisti. D’altronde solo i commentatori pazzi o in malafede potevano pensare che Pci e Dc, e poi i loro eredi, si fossero emendati con la scomparsa del vecchio Psi. Il vecchio sistema continua nel nuovo, forse anche in modo più subdolo.
La verità che emerge é duplice. Facciamo uno sconto di garantismo e aspettiamo le indagini, ma dalle intercettazioni risulta chiaro che i faccendieri, vedremo con quale responsabilità penale, non mancavano. Una verità riguarda il passato. Che Primo Greganti fosse un eroe perché non aveva detto la verità, come testimoniavano le magliette con la scritta “Viva Greganti” in segno di ringraziamento che si indossavano alle feste dell’Unità, era da tempo scontato. Che la sua forte fibra di ex operaio e militante di ferro, a cui il Pci aveva affidato le operazioni più delicate, gli abbia permesso di restare in carcere quattro mesi senza parlare, è altrettanto vero. Ma che oggi, non saprei se solo il sistema cooperativo o qualche partito di riferimento, lo abbia riproposto, forse proprio alla luce della sua omertà, questo può anche stupire.
Sia ben chiaro, al bando i facili moralismi. Un sistema come quello cooperativo deve essere presente sul mercato, soprattuto su una vicenda così appetitosa come l’Expo e da che mondo è mondo esistono forme per evitare assurde esclusioni e inconcepibili prevaricazioni. Ma perché ancora lui, il mitico signor G, che finì per incensare, in base a una singolare sindrome di Stoccolma, il suo carceriere? L’unica risposta è che in questa unità nazionale dei faccendieri, ancora Greganti rappresenti il più autorevole riferimento per la sinistra cooperativa e politica, così come Frigerio, nel contempo convertitosi al berlusconismo, lo ha rappresentato per l’altro fronte. E proprio ancora in base alla sua vecchia omertà, riconosciuta e premiata. La verità di oggi conferma insomma a pieno titolo la verità di ieri. La nuova Tangentopoli non poteva fare a meno dei protagonisti della vecchia. Il mondo della sinistra poteva ancora contare sul suo professionista del silenzio.
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