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Renzi, adesso rottamaci anche il mondo dello sport

25 Giugno 2014 1.655 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Il governo dello sport, come quello della magistratura, in Italia è autonomo. Ma non vuol dire che sia migliore. Anzi. Mai come nello sport si sprecano eterne carriere, inamovibili personaggi capaci di riciclarsi nel modo più incredibile. Una gerontocrazia di stile sovietico. I giovani non ci sono. Vengono tenuti ai margini. Chi nasce dirigente qui muore dirigente. Il caso più clamoroso è quello di Franco Carraro, 75 anni. Ci vorrebbe un’enciclopedia per narrarne la carriera. Dal 1976 al 1978 è presidente della Federazione gioco calcio e dopo essere stato eletto presidente del Coni, ministro, sindaco di Roma, e presidente della Fondazione Onesti, ritorna prima alla Lega calcio tra il 1997 e il 2001e poi alla stessa Federazione in quell’anno e fino al 2006. Ne esce dopo Calciopoli, ma resta fino al 2009 nell’esecutivo della Uefa e adesso è senatore di Forza Italia. Tornerà?

Prendiamo Gianni Petrucci, 69 anni, presidente della Federazione pallacanestro dal 1992 al 1999, poi presidente del Coni da quell’anno fino al 2013, dopo essere passato al calcio come commissario, ne esce e ritorna alla Fip solo pochi giorni dopo. L’esperienza è una virtù. Si dirà. Più esperto di Antonio Matarrese non c’è nessuno. Pensate che carriera. Presidente del Bari a fine anni settanta, nel 1983 lascia la carica al fratello Vincenzo e, benedetto dall’altro fratello vescovo Giuseppe, diviene presidente della Lega calcio. Vi resta fino al 1987, nel frattempo è anche deputato della Dc. Poi nel 1987 è presidente della Federazione, e resta in carica fino al 1996. È anche presidente di Gioco Calcio, piattaforma televisiva, e udite udite, perfino di Unire, l’unione nazionale per l’incremento delle razze equine. Non demorde. Nel 2006 è ancora presidente della Lega calcio, si ricorre ancora a lui dopo l’esplosione di Calciopoli, poi dal 2013 si accontenta di essere membro onorario della FGCI.

Deputati e presidenti? Matarrese non è certo stato l’unico. I doppi incarichi non si contano. autonomia non significa conflitto d’interessi. Oggi il presidente della Federazione nuoto Paolo Barelli, 60 ani, è contemporaneamente senatore eletto dal Pdl, mentre uno dei più longevi resta Romolo Rizzoli, da sei mandati presidente della Federazione bocce. Prendiamo atto delle dimissioni di Giancarlo Abete, tre mandati da deputato per la Dc, fratello dell’ex presidente della Confindustria Luigi, 64 anni, dal 1989 in Fgci con vari incarichi, poi alla Lega di C fino al 1997, per due volte vice presidente della Federazione e presidente dal 2007. A succedergli potrebbe essere Carlo Tavecchio, 71 anni, da una vita nel mondo del calcio dilettantistico, dal 1992 vicepresidente e dal 1999 presidente della Lega dilettanti.

Se si fa eccezione per Carlo Magri, presidente della Federazione di pallavolo, dove è consigliere dal 1993, che ha 74 anni, paiono ragazzini Alberto Brasca, 69 anni, presidente della Federazione pugilato e soprattuto Alfredo Gavazzi, da poco succeduto alla presidenza della Federazione rugby a Giancarlo Dondi, 79 anni, presidente dal 1996, del quale Gavazzi è stato vice per ben dodici anni. Direi che può bastare. Una preghiera a Renzi. Costruisca un vero ministero dello sport. Lasci perdere questo eccessivo rispetto per l’autonomia che, come tutte le autonomie, sconfina nel privilegio, e metta atto qualche clamorosa iniziativa di rottamazione. Non se ne può proprio più di vedere sempre le stesse facce. O vale solo per la politica?

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