Arrivano sempre dopo. Perché la sinistra italiana ha perso
Ma si dai, a noi qualche consolazione arriva. Soprattutto per il fatto d’essere stati sempre la minoranza della sinistra, una sinistra creativa, eretica e soprattutto molto critica. Erano contro il decreto di San Valentino e il tanto decantato Berlinguer promosse addirittura un referendum che riuscì a perdere nel 1985, chiedendo agli italiani di bocciare una legge che toglieva quattro punti di scala mobile. Un capolavoro. Poi non si opposero alla definitiva cancellazione della scala mobile e abbracciarono la politica dei redditi. Erano contro l’intervento dell’Onu in Kuwait e scoppiò il finimondo, con ex comunisti vestiti da pacifisti. Poi riconobbero che era stato un intervento giustificato e promossero dal governo i bombardamenti sulla Serbia attraverso la Nato. Erano contro qualsiasi riforma delle giustizia appoggiando acriticamente i magistrati e Veltroni preferì allearsi con Di Pietro piuttosto che con i socialisti e i radicali. Poi capirono l’errore e chiesero scusa. Adesso promuovono una riforma della giustizia chiedendosi se per caso non esista una giustizia a orologeria che colpisce amici e familiari del premier. Coi giornali a loro favore. Non hanno votato lo statuto dei lavoratori e adesso protestano come se fosse il vangelo, e dopo l’adunata storica di Cofferati, ne progettano un’altra con il binomio Camusso-Landini. Renzi in questo rappresenta una novità perché non fa parte di quella sinistra, forse non fa parte neppure della sinistra. In Europa la sinistra diversa di Craxi, Blair, Schroeder ha saputo dire qualcosa di nuovo. Vincere o almeno convincere. La vecchia sinistra ha sempre perso perché ha sempre sbagliato. Arrivando in ritardo su tutto. Anche adesso si ripete la storia. Quando finirà
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