Quello che non mi torna nella vicenda di Bibbiano è la catena delle responsabilità. Stabilite quelle dei servizi sociali e degli psicologi, sui quali indagano i magistrati e vedremo a quale conclusione si arriverà, resta quella del sindaco di Bibbiano Carletti, tuttora tenuto agli arresti domiciliari con un’accusa apparentemente minore e relativa alla concessione di locali pubblici definiti “La cura”, senza gara, ad un ente privato, cioè la Hansel e Gretel. Si tratta di un’accusa che merita tuttora gli arresti domiciliari? Il sindaco non aveva alcun potere di firma negli atti che hanno portato agli abusi denunciati. Chi invece aveva potere decisionale era il magistrato competente. Cioè quello del Tribunale per i minorenni di Bologna, certo sulla base di relazioni e documentazioni degli stessi servizi sociali e degli psicologi. Ma sui diversi magistrati di quel tribunale che gli atti formali (considerati illeciti) hanno firmato non è stato preso alcun provvedimento giudiziario. Giusto ribadire che gli atti venivano firmati, penso anche in assoluta buonafede, sulla base di accertamenti dei quali si confidava l’assoluta liceità. Ma un magistrato, prima di apporre una firma, sull’allontanamento di un figlio dalla propria famiglia e sul successivo affido, non aveva il dovere di verificare la situazione? E come mai, tra tutti gli indagati, non figura neanche un magistrato? La magistratura ha pensato bene di autoassolversi in anticipo? Non mi pare un buon esempio.
Mauro Del Bue