Carlo, anche tu..
Se n’é andato Carlo Tognoli, 82 anni, travolto dal Covid. Un altro pezzo della nostra storia e della nostra vita che ci lascia. Ho conosciuto Carlo alla conferenza di organizzazione del Psi che si svolse a Firenze nel 1975. Poco dopo fu eletto sindaco di Milano, forse il migliore degli ultimi decenni. Lo incontravo alle riunioni della componente autonomista dove si presentava sempre assieme a Craxi, un binomio che per differenza di stazza faceva effetto. Ma la mia frequentazione assidua, direi sempre più amichevole, risale agli anni trascorsi in Parlamento, dal 1987 al 1994. Ci sentivamo e vedevamo spesso quando Carlo era ministro del Turismo e spettacolo e io mi occupavo della riforma degli enti lirici e della legge sui mondiali di calcio già col suo predecessore Franco Carraro. Il nostro legame divenne più stretto dopo l’avviso di garanzia che Carlo ricevette dal tribunale di Milano subito dopo le elezioni dell’aprile del 1992. Ricordo quei pranzi a Sant’Ignazio e la sua sofferenza perché, mi diceva “io ho fatto politica, ma non sono un malfattore”. Purtroppo il giustizialismo nefasto non faceva distinzioni e nelle nebbie che si calavano su chiunque restavano invisibili segni. L’ultima volta che ci siamo visti è stato a Milano ad una riunione socialista di qualche anno orsono. Solo i capelli più bianchi segnalavano l’età più avanzata. Per il resto, il suo sorriso timido e la parola sempre appena accennata, lo mostravano quello di sempre. Mancherà a Milano e all’Italia. Mancherà alla comunità socialista e a me personalmente.
Scusa l’impertinenza, ma non riesco a sopportare il male fisico che mi procurano alcune locuzioni. Anche Bobo Craxi scrive “un anno o qualche anno orsono”. Secondo me è corretto scrivere “qualche anno fa o un anno fa”: al singolare di anno non si può associare un verbo al plurale. Alcuni anni or sono o orsono è corretto. Al Ginnasio mi chiamavano Basilio Puoti: è più forte di me. Scusami, Mauro. Leggerti è un vero piacere e questa è la prima volta che mi permetto di non condividere. A meno che non sia una nuova forma consentita dalla frequenza dell’uso comune: come quello aberrate del pronome “gli”, con valore di oggetto indiretto, riferito a soggetti al plurale. Domani vado dai miei parenti di Milano e gli porto delle mele.
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