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Ferragosto con due guerre

16 Agosto 2024 79 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Il 15 agosto del 1892 nasceva il Partito dei lavoratori su impulso di Anna Kuliscioff e di Filippo Turati (e non di Andrea Costa che al momento del voto non era neppure presente). Oggi, 134 anni dopo, due guerre insanguinano questa ricorrenza: l’aggressione russa all’Ucraina e le conseguenze della strage del 7 ottobre del 2023 in Israele. Penso che l’offensiva militare e tattica dell’Ucraina in territorio russo sia un’azione della resistenza di quel paese che si inquadra nel complessivo fronte di guerra ucraino. Ridicola la posizione del governo italiano, unico in Europa, a vietare l’uso dei mezzi militari inviati dal nostro paese al di fuori del territorio ucraino. Come se per sconfiggere gli eserciti russi occorresse delimitare il campo di battaglia ai confini del paese aggredito. Non é mai successo. In nessun conflitto. L’Ucraina ha dunque sfondato di circa 20 chilometri il confine russo e Putin parla di provocazione, come se la Russia avesse diritto ad invadere il territorio ucraino e quest’ultimo paese non avesse diritto ad invadere il suo. Ma l’azione ucraina é evidentemente anche tattica e ha due chiari obiettivi. Uno é quello di spostare uomini e mezzi dal Donbass alla regione di Kurk, per alleggerire la preponderanza russa su tutto quel territorio e in particolare nella regione di Donesk. L’altra é quella di presentarsi al tavolo delle eventuali trattative, che oggi Putin nega, con una posizione di forza o di minor debolezza. Sull’altro fronte si tiene a Doha in Qatar un importante negoziato tra delegazioni israeliane, americane, egiziane e iraniane al fine di comporre un piano che porti al raffreddamento delle tensioni in medio oriente. Israele ha colpito in Iran eliminando il capo dei terroristi di Hamnas Ismail Hannyei, tra i responsabili della carneficina del 7 ottobre e l’Iran, dove il leader terrorista aveva trovato ospitalità tra riconoscimenti e ovazioni, ha promesso vendetta. A Doha si discute di come evitare che questo avvenga suscitando un allargamento del conflitto. Il piatto é costituito dalla cessazione delle operazioni militari su Gaza da parte dell’esercito israeliano e dal rilascio degli ostaggi sopravvissuti da parte di Hamas oltre alla rinuncia alla rappresaglia da parte dell’Iran. Questo anche per impedire che continuino gli attacchi degli Hezbollah libanesi al servizio della teocrazia sciita iraniana. Mi auguro che la mediazione americana abbia successo e che poi s’inizi con tutto il resto. Con un governo dell’Olp di Gaza che renda sicuro Israele, col graduale sgombero dei coloni israeliani dalla Cisgiordania che metta in condizione Abu Mazen di governare legittimamente quel territorio come gli accordi di Oslo prescrivono, di procedere all’importante sottoscrizione degli accordi Abramo tra Israele e Arabia Saudita che significherebbe il riconoscimento di Israele da parte dell’intero mondo sunnita. Ma per tutto questo ci vorrebbe un governo in Israele che non abbisogni della guerra per legittimarsi e che goda appiano della solidarietà del mondo occidentale. Buon Ferragosto, per quel che si può, solidarietà alle ragioni di chi é stato aggredito, umana pietà per tutti i morti di qualsiasi parte.

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