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Dagli all’ebreo

12 Novembre 2024 44 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

E’ successo ad Amsterdam, la patria di Anna Frank. I tifosi del Maccabi di Tel Aviv sono stati letteralmente aggrediti da gruppi di arabi armati di bastoni e di coltelli. Diversi sono i feriti. Nella civilissima Olanda è accaduto tutto questo. Non oso pensare cosa potrebbe accadere a Istambul quando il Maccabi affronterà il Galatasaray. Il motivo sarebbe Gaza. I morti, troppi, che sono stati seminati dagli attacchi aerei israeliani. Ma i colpi sono stati inferti agli israeliani in quanto ebrei. A uomini, donne e bambini, senza eccezione. D’altronde anche i movimenti terroristici come Hamas colpiscono “gli ebrei”, come li definiscono da sempre. Ebrei che occupano una terra da cui devono essere cacciati, e non riconoscendone la legittimità ricorrono ad atti di crudeltà di stampo nazista come l’attacco del 7 ottobre. L’autorità palestinese, Abbas, come Abu Mazen, sono altro e rivendicano giustamente che Israele non occupi territori non suoi come quelli della Cisgiordania. Resta il fatto che l’odio, ingiusto, verso Israele, un conto è il governo Netanyahu e un altro il popolo israeliano, sconfina oggi, ma in realtà non da ora, nell’antisemitismo. In Olanda e un po’ ovunque. le manifestazioni pro Palestina incitano alla distruzione di Israele e non alla pace. Agli ebrei che non devono rimanere, dopo quasi ottant’anni, ma in realtà ben di più, in Palestina. Pace che del resto c’è sempre stata tra Israele e l’Autorità palestinese e non c’è, nè può esserci, tra Israele e Hamas. Cioè può esserci pace tra  chi riconosce il diritto all’esistenza dello stato di Israele (Egitto, Giordania e Autorità palestinese) ma non può esserci tra Israele e coloro che questo diritto (riconosciuto, come si sa, da un’autorevole dichiarazione dell’Assemblea delle Nazioni Unite nel 1947) nega e vuole soffocare. Questo assieme al diritto dei palestinesi ad avere una patria, sia chiaro, diritto anch’esso riconosciuto dall’Assemblea delle Nazioni unite, è il punto nodale della questione. L’Arabia saudita, nazione fondamentale dello scacchiere arabo e musulmano, alla vigilia degli accordi di Abramo, avrebbe potuto giocare un ruolo essenziale, ed è forse per frenare questo processo che i terroristi di Hamas hanno organizzato la strage del 7 ottobre. L’Arabia saudita, non certo l’Iran che dispone di una teocrazia fanatica (in questi giorni l’ennesimo atto di sopraffazione da parte della cosiddetta polizia morale contro la studentessa che per protestare si era tolta i vestiti) e che ha attaccato Israele con 180 missili. La caccia all’ebreo si muove in questo contesto ed Elon Trump (che appare come telecomandato da Musk) ha un bel da pretendere, con quel piano che se corrisponde al vero umilierebbe l’Ucraina e forse anche Israele, per gli accordi tra Iran e Russia. Non a caso questi paesi sono uniti anche dal silenzio sui fatti di Amsterdam. Dagli all’ebreo ormai non è solo una questione razziale, ma assume la valenza di lotta politica. E il filo che lega l’odio razziale e le scelte politiche mescola, per il contorno dei protagonisti, la vicenda medio-orientale e la guerra all’Ucraina.

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