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Il mondo capovolto

18 Marzo 2025 74 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo
Il presidente americano Trump, perno principale del capovolgimento, ha richiamato l’ambasciatore dal Sudafrica accusato di essere razzista nei confronti dei bianchi. Sembra una fake news e invece la notizia era pubblicata ieri su un quotidiano nazionale a larga tiratura. Nessuno più si stupisce del nulla dopo il Rivera Gaza. Si annuncia il caos alla Camera e al Senato sul voto attorno alla mozione Van der Leyen che annuncia la proposta di impiegare 800 miliardi per le spese militari di difesa. Il problema è che sia il governo sia l’opposizione sono divisi. Come farà la Meloni a presentare un’unica mozione? Semplicemente ignorando o mettendo sotto traccia il principale capitolo della proposta Van der Leyen, e cioè la spesa per le armi. Sarebbe come se, mentre i russi invadevano l’Ucraina, si fosse presentata una mozione sulla crisi energetica. Ma poi? Il governo accetterà di stanziare e di spendere i soldi per gli armamenti? Insomma ci sarà un punto in cui si dovrà dire sì o no? Il ni non è una posizione politica. E tanti sì e no e ni sono stati annunciati nella manifestazione per l’Europa che si è svolta a Roma promossa da Michele Serra. C’erano Fratoianni e Bonelli che non avrebbero speso un soldo per aiutare la resistenza ucraina e c’era Calenda che ne avrebbe spesi anche di più. C’era la Schlein che ha bocciato il piano Van der Leyen e c’era il riformista Alfieri che lo ha approvato. C’erano i renziani come la Boschi avvolta dalla bandiera europea e c’erano gruppi con le bandiere palestinesi ed estremisti che intendevano distruggere Israele, ma intanto hanno raggiunto l’obiettivo di far distruggere Gaza e c’erano i cattolici integralisti che quando l’esercito russo ha varcato la frontiera ucraina per salvarsi la coscienza gliel’avrebbero regalata tutta. Per fortuna non c’erano i Cinquestelle che avrebbero fatto acquisire alla manifestazione un carattere ancor più confuso e grottesco. Perché per loro gli ucraini vanno sorretti anche militarmente quando sono al governo e vanno invece abbandonati quando sono all’opposizione. Intanto Putin non ha ancora risposto alla tregua suggerita dal tandem Trump-Zelensky, improvvisamente ricomposto dopo il furioso litigio e la cacciata del leader ucraino (che ha superato in un sondaggio il 75% dei consensi nel suo paese) cacciato in diretta dallo studio ovale. I dollari promessi pare abbiano placato la furia del presidente americano. I colloqui tra Trump e Putin inizieranno a ore e valuteremo i risultati. Che Zelensky si sia convinto di cedere alcuni territori (quanti e quali si vedrà) pare scontato. Il tema resterebbe relativo alle garanzie future di sicurezza. Putin non vuole truppe Nato, ma neanche europee a vigilare sui confini. La Meloni propone di attivare l’articolo 5 del trattato Nato in base al quale un attacco ad un paese equivale a una dichiarazione di guerra agli altri paesi aderenti all’Alleanza. Il che è poi un’adesione alla Nato senza dirlo. Difficile però che Putin che non vuole l’Ucraina nella Nato evidentemente per potersela annettere quando ne ha voglia accetti che questo paese sia vincolato dal principale articolo del trattato Nato che glielo impedisce. L’Europa pare che non dorma più. Solo l’idea che gli Stati uniti non spendano più soldi per la difesa europea, che smantellino le loro basi o addirittura che cambino le fondamenta dell’Alleanza atlantica induce i paesi europei a dover accelerare il percorso della sua unità. Se Putin non ha attaccato le repubbliche baltiche è perché queste sono nella Nato mentre la Georgia, o quel che resta della Georgia dopo l’indipendenza russa dell’Abkhazia e dell’Ossezia del sud, spinge per entrare in Europa al pari dell’Ucraina. La Polonia e la Romania, dove al neo eletto Georgescu, filo russo, sono state contestate irregolarità e interventi esterni diretti per favorirne il successo, è stata annullata l’elezione, sono in fermento. E la domanda è quella fondamentale e cioè: Trump riuscirà a frenare le ambizioni di Putin di procedere a conquistare quel che ritiene suo, e cioè le nazioni appartenenti all’impero russo, oppure ognuno dei due penserà ai territori suoi e Trump al Canada e.più ancora a Panama e alla Groenlandia, mentre la Cina potrà, indisturbata annettersi Taiwan relegando Chiang kai Shek nella soffitta delle robe vecchie e dimenticate? Il mondo capovolto potrebbe cavalcare nuove dottrine, vedi la monetizzazione dei valori di libertà e di indipendenza e il riconoscimento dei diritti rapportati alle ragioni dei più forti. Quel che ci attende non sarà un mondo migliore. Ma solo un mondo capovolto.

 

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