De Luca, Craxi e la rinascita della politica
Ho letto la sintesi dell’intervento di De Luca al congresso del Psi e il suo riconoscimento a Bettino Craxi che De Luca rimpiange mettendolo al raffronto con la classe dirigente di oggi. Si tratta dell’ennesimo tributo politico all’ex segretario del Psi che trent’anni fa è stato divorato dalle denigrazioni e dalle accuse nella canea di Tangentopoli non riuscendo nemmeno a distinguere gli indubbi meriti politici dal suo riconosciuto coinvolgimento nell’illegittimità dei finanziamenti. Mi fa piacere ma anche rabbia che avvenga tutto questo trent’anni dopo. E che intanto non si sia fatto nulla per combattere l’antipolitica andandole invece in soccorso con l’abolizione dell’immunità parlamentare, del finanziamento pubblico ai partiti, dei vitalizi e approvando una legge che taglia i parlamentari riducendoli alla percentuale più bassa rispetto agli abitanti di tutti i paesi europei. Oggi servirebbe invece la politica alta, la disciplina più importante esercitata da Platone alla fine della prima Repubblica. La politica dei Gioitti, dei Turati, dei Gramsci, dei Nenni, dei De Gasperi, dei Togliatti, degli Almirante, dei Saragat, dei La Malfa, dei Malagodi, dei Berlinguer, dei Fanfani, dei Moro e dei Craxi per l’appunto. Ovviamente rinnovata e adeguata ai gravissimi problemi del presente. Servirebbe la politica di fronte alle pretese imperialistiche di Putin, al mondo rovesciato che sta perseguendo Trump, a un conflitto che non ha mai termine tra Israele e palestinesi, ai nuovi dazi imposti all’Europa e alla sua necessità di difendersi prescindendo dell’apporto americano. Servirebbe una politica alta per definire una grande riforma istituzionale e costituzionale magari eleggendo una nuova assemblea costituente e di conseguenza (e non a prescindere da essa) la nuova legge elettorale. E ci vorrebbe una nuova tensione europesista sulla scorta dell’esempio di quei tre esiliati profetici di Ventotene, per unire politicamente l’Europa con un.governo federale eletto dal parlamento europeo e non designato dai singoli paesi e con un presidente eletto dal popolo. E con almeno tre ministeri comuni: economia, politica estera e difesa. Servirebbero profili italiani ed europei come quelli richiamati. Ma dove trovarli? Diogene cercava col lanternino l’uomo. Andiamo anche noi a cercare i profili degli uomini politici del presente e del futuro: è questo il momento per farli emergere.
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