Solo in Italia si costruiscono stadi più piccoli. Spieghiamo il poco nobile motivo
In tutte le altre nazioni si costruiscono stadi con capienza superiore ai vecchi. In Italia si procede al contrario. Vediamo alcuni dati. Il Barcellona sta edificando lo stadio più grande del mondo con 105mila posti a sedere e altre novità che lo porranno all’avanguardia nel settore impiantistico. I lavori stanno procedendo e nel 2026 il Barca potrà rientrare nel suo stadio tutto coperto con una limitata capienza di 60mila posti. L’inaugurazione definitiva, a 105mila, é prevista per il 2028. Il Real Madrid ha invece provveduto ad ammodernare il Barnabeu ritoccando anche la capienza a 81.044 posti a sedere. L’Atletico Madrid ha costruito il suo nuovo stadio, il Metropolitano, grazie alla ristrutturazione del 2014-2017, e ha una capienza di 70.460 posti mentre il vecchio impianto conteneva solo 55mila persone. Dalla Spagna all’Inghilterra. Il Tottenham ha costruito un nuovo stadio (il vecchio aveva una capienza di 35mila spettatori) inaugurato nel 2019 con 62.303 posti. L’Emirates Stadium dell’Arsenal, costruito tra il 2004 e il 2006, ha una capienza di 60.260 posti. Il precedente, l’Higbury, poteva contenere solo 38.419 tifosi. Lo storico stadio di Wembley, inaugurato nel 2007, dove gioca la nazionale inglese, e si disputano le finali delle coppe, restaurato e riammodernato, con la copertura e togliendo la pista, ha oggi una capienza di 90mila posti. Passiamo alla Germania. E parliamo di Monaco, dove gioca il Bayern, nella moderna Alianz arena, con capienza di 75mila posti, mentre il vecchio Olimpico, dove giocavano il Bayern e il Monaco 1860, ne teneva 69.250. Per non parlare di quello di Dortmund che grazie a successivi ampliamenti ha raggiunto e superato la soglia degli 80mila. In Francia parliamo dello stade de France, situato a Sant’Etienne, inaugurato nel 1998 in occasione dei mondiali francesi, con una capienza di 80mila posti, cifra mai raggiunta in questo paese da alcun impianto calcistico, ove gioca la nazionale, mentre il vecchio Parco dei principi, con una capienza di 48mila posti, resta la sede ove disputa le gare il Psg. Il Velodrome di Marsiglia ove gioca l’Olimpique, però, é stato restaurato e ampliato tra il 2014 e il 2017 ed é oggi passato da 60mila a 67mila posti. Ho fatto volutamente questi richiami all’estero. Passiamo all’Italia. Il primo stadio di una società stabilmente in serie A (il primo in assoluto lo costruì la Reggiana e lo inaugurò nel 1995) é stato lo Juventus stadium, ora Allianz stadium, con capienza di 41.500 posti. Il precedente, il Delle Alpi, ne aveva circa 70mila ed era stato costruito in occasione dei mondiali italiani del 1990. Dunque quasi trentamila posti in meno. Al Delle Alpi giocava anche il Torino che oggi gioca allo stadio Grande Torino (ex Comunale) con una capienza di 28.500 posti. Dunque meno 33mila. Udine. Il vecchio Friuli aveva una capienza di 40mila posti (con le nuove norme ne avrebbe di meno). Oggi il nuovo stadio di Udine (la Dacia Arena oggi Bluenergy) contiene 25.132 spettatori. Meno 15 mila. Lo stadio di Bergamo, il Gewiss stadium, completato all’inizio di questo campionato, contiene 23.139 spettatori, circa 3mila in più del vecchio Atleti azzurri d’Italia. E siamo ai progetti. Da Roma e da Milano rimbalzano stadi nuovi, e rispondono Firenze, che sta restaurando il suo, Bologna, Cagliari e Venezia con la carta. Anche il Como, l’Empoli, il Pisa, e perfino la Lucchese hanno pronto i progetti. Non dimentico Ferrara e Frosinone che hanno da qualche anno rinnovato o costruito loro impianti da 16mila posti. Il vecchio Mazza di Ferrara poteva contenere, negli anni sessanta, anche più di 20mila persone. Milan e Inter faranno lo stadio nuovo insieme, prima sì, poi no, poi ancora sì. Lo faranno nella zona di San Siro, ma non nello stadio di San Siro che resterà in piedi e forse no. Forse solo in parte. San Siro tiene 78mila persone. Lo stadio nuovo sarà di 71.500 posti. Meno 6.500. A Barcellona lo ampliano fino a superare i centomila. A Milano lo restringono. A Roma le due squadre capitoline si dividono invece. La Roma costruirà il suo impianto da 62mila posti a Pietralata (comitati, sovraintendenze, ambientalisti, magistratura permettendo). La Lazio intende invece tornare al Flaminio. Il progetto, non ancora definitivo (neanche quello della Roma lo è) prevede di portarlo ad una capienza di 50mila posti (anche qui famiglia Nervi, progettista del vecchio stadio, permettendo). Vedremo. Di fatto le due squadre che giocano all’Olimpico (capienza di 80, poi portata a 70 e oggi a 67mila posti) perderebbero l’una 5mila e l’altra 17mila posti. Quando avranno finito di scavare vedremo qualcosa del nuovo stadio Franchi di Firenze. Dovrebbe essere ultimato a metà nel 2026, tutto non si sa. Adesso la Fiorentina é costretta a giocare in metà stadio. Il vecchio Franchi aveva una capienza di 47mila posti, il nuovo, pare, di 40mila. Il Dall’Ara di Bologna che ha una capienza di 37mila posti, ridotti autonomamente a 32, farà posto (quando?) a un nuovo impianto da 32mila posti. A Cagliari da molti anni si é lasciato il Sant’Elia (capienza di 60mila, ridotta a 35mila) per giocare in uno stadio smontabile da 16mila. Quando si potrà giocare nel nuovo da 27mila? E a Venezia si progetta uno stadio da 18.500 posti, mentre a Como addirittura da 15mila. Se tutti questi progetti andassero avanti le squadre du serie A perderebbero circa 100mila posti di capienza, l’Italia sarebbe l’unico paese tra i grandi dell’Europa, a non disporre di un impianto da almeno 80mila posti, i tifosi, soprattutto nelle partite di cartello o in quelle di Coppa, farebbero molta fatica a trovare i biglietti, in special modo popolari. Perché questo avviene in Italia, peraltro a fronte di un considerevole aumento di pubblico, soprattutto nelle ultime due stagioni (oltre 30mila di media a partita, con picchi di 72, 73mila di media a San Siro, di 62-63 mila all’Olimpico per la Roma, mentre il Napoli mal sopporta la limitata capienza del Maradona e de Laurentis chiede uno stadio da 70mila posti)? Per due motivi semplici. Perché legati alla costruzione dei nuovi impianti ci sono forti interessi economici dei proponenti, quali centri commerciali, alberghi, residenze. E dunque a questo sono innanzitutto interessati. E poi perché intendono ricavare negli stadi, già insufficienti, migliaia di posti corporates, cioè salotti e palchi da vendere in abbonamento a famiglie di imprenditori, ricconi, gente che per stare vicino alla propria squadra é disponibile a svenarsi o quasi. Ecco perché si costruiranno i nuovi stadi. Mica per i tifosi. Per aumentare i profitti da stadio e per aree limitrofe da urbanizzare. Pensare che in Italia si costruiscano stadi che contengano più tifosi, come avviene negli altri paesi, é davvero un errore. Noi italiani li costruiamo più piccoli ma che rendano di più. Siamo davvero originali o, meglio, più attenti al portafoglio.
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