Presidente Monti, che due Marò…
Mai negli ultimi cinquant’anni l’Italia ha piegato in questo modo la testa. Sia ben chiaro. Nessuno sostiene che l’India non avesse pieno diritto a processare i due militari italiani che avrebbero sparato e ucciso due pescatori scambiandoli per pirati. Lasciamo stare le questioni del diritto internazionale e le relazioni tra i due stati nonché le vicende del trattamento carcerario, del giusto processo e delle pene prescritte in quel Paese. Lasciamo perdere per un momento il problema delle ragioni e dei torti. Resta un dato inequivocabile. E cioè che il governo di un grande Paese come l’Italia decide, dopo aver ottenuto per due volte un permesso con garanzia di rientro dei due marò, di trattenerli e di non riconsegnarli all’India. Che questa scelta ha determinato un forte irrigidimento nelle relazioni tra i due Paesi, facilmente prevedibile, con clamorose minacce di espulsione dell’ambasciatore italiano, minacce che si verificano solo in caso di guerra. Poi il clamoroso dietrofront. Con l’Italia che piega la testa, chiede ai suoi soldati ai quali aveva promesso libertà, di tornare in India in carcere, e alle loro famiglie di giustificare l’operato. Due italiani vengono così riconsegnati allo straniero, dopo averne decantato e garantito libertà. Fossimo in un altro momento storico, ci sarebbe da gridare al tradimento. Adesso ci limitiamo a dissentire, a protestare, a pensare che se questo è un governo e il signor Terzi un ministro degli Esteri, allora noi siamo degli extraterrestri.
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