Putin e “tutto quel che é suo”
Lo ha detto chiaro e tondo. Il presidente russo rivendica tutto quel che ritiene suo. Dietro questo pronome possessivo c’é un orizzonte di possibilità. Egli si riferisce a quegli stati che compongono o potrebbero comporre la federazione russa, oppure a quelli che erano aggregati al suo Impero zarista, o addirittura agli stati in cui era articolata l’Unione sovietica (la cui caduta per Putin é stata “la più grande tragedia del novecento”? A proposito della federazione russa osserviamo che sono 22 oggi i territori-nazioni che ne fanno parte: due sono state conquistate recentemente, la Cecenia e la Crimea, mentre la guerra con la Georgia ha consentito di rendere autonome ma di fatto controllate da Mosca anche l’Abkhazia e l’Ossezia del sud. Putin vuole annettersi anche l’Ucraina. O voleva, giacché il suo obiettivo iniziale era di conquistare Kiev, sovvertire il governo e sostituirlo con uno amico di Mosca, in stile Bielorussia. Si fermerà qui? Read the full story »
La Schlein dice no al Re arm
Suarez, Sturmer, Scholz, Gluksman dicono sì al Re arm presentato da Ursula. Cioè i maggiori esponenti dei partiti socialisti europei lo approvano, la Schlein, sola, lo disapprova. Oggi Musk propone addirittura agli Stati uniti di uscire dalla Nato perché l’America non può finanziare la difesa dell’Europa. Dunque, già Trump ci aveva rimproverato di spendere meno del 2% sul Pil mentre l’America superava il 4, dobbiamo investire di più sulla difesa. Negli ultimi giorni sono accadute cose imprevedibili. Gli Stati uniti hanno tagliato i fondi per l’Ucraina e le hanno sottratto l’intelligence mentre lo stesso Musk ha minacciato di portarsi via Starling, il sistema. satellitare di comunicazione. Dobbiamo ben comprendere il nuovo mondo. Che sarà un mondo capovolto e che noi non potremo affrontare se vogliamo la pace con le ricette di prima. L’America non avrà più alleati che confliggono coi propri interessi economici. Non elargirà nuovi piani Marshall e nuovi supporti bellici di difesa. In Germania ha già cominciato a smantellare i suoi. Putin dice che vuole recuperare “quel che é suo”. Parla dell’Impero o dell’Unione sovietica? Di ambedue facevano parte i paesi baltici e la Polonia, che oggi sono protetti dalla Nato. Ma una Nato senza Stati uniti o con una riforma, auspicata da Rubio, tra paesi che spendono molto, i quali sarebbero protetti, e paesi che spendono poco, e che non sarebbero protetti, che fine farebbero? E con un’Europa che complessivamente fatica a superare il 2% di spese per la difesa che accadrebbe? Singolare la posizione della Schlein, ottuse e strumentali quelle di Salvini e di Conte. La segretaria del Pd attenderebbe la formazione di una Difesa comunitaria per spendere soldi. Ma in quanti anni l’Europa potrà unirsi politicamente, con un governo unico, un debito unico e una difesa comune? Tre, cinque anni se tutto andrà bene. E nel frattempo restiamo tali e quali? Proprio negli anni del pericolo trum-putiniano? E proprio ora che parliamo di 800 miliardi di euro tra risorse nazionali, liberate dalla deroga al Patto di stabilità, e soldi freschi comunitari, presi a prestito dall’esecutivo Ue sui mercati. Cioè di nuovi eurobond. Il governo italiano, con la Meloni in testa, penso proprio che li accetterà e farà lavorare anche le industrie italiane in un momento difficile per il Paese con un Pil che é il peggiore degli ultimi anni e un debito in rapporto al Pil che é tornato sia pur lievemente a crescere, dal 134,6% al 135,3 dopo anni di continua discesa dal 2020, anno di Covid in cui il debito era salito oltre il 150. Questo, secondo Gianfranco Polillo, é dovuto non ad aumenti di spesa ma alla diminuzione, in rapporto al triennio precedente, del Pil. L’Italia potrebbe essere la sola (se dovesse mai vincere un asse Pd-Cinque stelle lo sarà) a rifiutare i soldi del Re arm. Se passerà dal Parlamento italiano non so come andrà a finire, visto che Pd, Lega, Avs e Cinque stelle sfiorano la maggioranza. Certamente cadrebbe il governo mentre tutta Europa si metterebbe a ridere. I soliti italiani spaghetti e mandolino, si dirà, che, anche quando erano alleati con Hitler, continuavano a cantare e a ballare. Altro che Titanic…
Il falso bipolarismo del nuovo mondo
Abbiamo già cercato di chiarire che un vero bipolarismo in Italia non é mai esistito, tante sono state, e anche di notevoli proporzioni, le liste fuori dai poli, da quella del patto Segni del 1994 fino a quella dei Cinque stelle, nel 2018 e 2022. E per di più il bipolarismo non ha certo creato stabilità politica, tanto che nessun governo bipolare che ha vinto le elezioni é durato per un’intera legislatura (anche il Berlusconi due, 2001-2006, é passato attraverso una crisi di governo) e non c’é un esecutivo che nelle successive elezioni abbia confermato la sua maggioranza. Ora che il mondo é capovolto e la situazione internazionale impone posizioni coerenti queste alleanze non possono restare uguali a prima. Sia nel centro-destra di governo, sia nel cosiddetto campo largo, esistono enormi differenze interne, a mio avviso insanabili. Read the full story »
L’inchino di Zelensky
Dunque, dopo essere stato offeso e trattato da aggressore e non da aggredito da Trump, Zelensky ha offerto il ramoscello d’ulivo. La mossa pare gli sia stata consigliata da Starmer e anche da quel sano senso del realismo che non può che caratterizzare le scelte di un capo di stato. Se Trump, l’affarista che interpreta all’incontrario tutti i valori dei quali si proclama storicamente portatrice l’America anche attraverso la sua Costituzione, che vuole denaro più che pace e che interpreta la pace come resa, pretende le terre rare, diamogliele. Se intende recuperare (e anche guadagnare) i soldi spesi in armamenti da Biden, per supportare la difesa di quel martoriato paese, concediamogliele. E poi? Perché nessuno lo dice, ma le condizioni per una pace duratura quali sarebbero? Read the full story »
Lo sfregio a Prampolini
Camillo Prampolini, l’evangelico, per la sua adesione al messaggio cristiano contrapposto alla Chiesa del suo tempo, il costruttore di un’oasi riformista con cooperative, comuni, leghe, case del popolo, scuole elementari, assistenza verso i bisognosi, che caratterizzavano Reggio Emilia tanto che si parlava di “fare come a Reggio” contrapponendolo al “fare come in Russia” dei rivoluzionari, Prampolini, fondatore del nostro giornale nel lontano 1886, dieci anni prima che nascesse l’Avanti, é stato oltraggiato e vilipeso a Roma. Nel parco a lui intitolato, nel V Municipio, è comparsa ieri una scritta inneggiante a Hitler e una svastica. Non ci poteva essere offesa più grande per chi dedicò la sua vita a combattere non solo le ingiustizie ma anche la stessa violenza, predicando che non con la violenza si può marciare verso il socialismo ma con l’educazione e l’unità. E fondò scuole per insegnare a leggere e a scrivere e anche l’igiene per i contadini e gli operai ed educò il proletariato a unirsi attraverso il suffragio universale perché si poteva democraticamente conseguire la maggioranza, mentre tutte le dittature o erano tirannie o erano un non senso, perché la classe dei lavoratori era la stragrande parte dell’elettorato. Semmai occorreva introdurre il principio democratico del rispetto della minoranza che le dittature negavano. Read the full story »
Dagli a Zelensky
Ormai cosa ci si deve aspettare di più? Che Trump scomunichi Papa Francesco, che ritenga Biden non solo “uno fuori di testa”, come l’ha definito nel “cordiale” incontro con Zelensky, ma il vero responsabile del Covid, che attribuisca la responsabilità della seconda guerra mondiale alla Francia e all’Inghilterra e che denunci il capo della Cia per spionaggio? Pensate che, dopo lo spot sulla riviera di Gaza, dopo il voto all’Onu e dopo il match di pugilato in diretta mondovisione con Zelensy abbia raggiunto il culmine? Non credo. Eppure la democrazia americana, storicamente di stampo liberale, cioè dotata di pesi e contrappesi, è essa stessa a rischio. Read the full story »
Sous le ciel de la Riviera
Era il testo di una canzone di Umberto Bindi che, francesizzato, avrà voluto intendere la riviera della costa Azzurra oppure la costa ligure, che poi non era a lui lontana, essendo Bindi genovese. La riviera é invece oggi quella di Gaza a cui Trump, immortalato in statua stile Kim Youn Un, se la spassa assieme a Netanyahu che quel territorio conosce bene per averlo seminato di morti. “Io ti voglio qui con me sous le ciel de la Riviera”, dunque. Sdraiati sui lettini come due innamorati. Ora desta sgomento, almeno nel sottoscritto, questa antitesi che si mostra nel suo aspetto più truce fra il clima di spensieratezza, di agiatezza e di allegria che traspare nel video e l’atmosfera di distruzione e di morte che si respira oggi in quel territorio. E che rimanda ai valori, meglio ai disvalori che Musk e i trumpiani, in stile Vance, propagano nel mondo. Read the full story »