Trema Tenaglia e i giudici diventano tre
Il simpatico ministro ombra abruzzese della giustizia pidino propone che per mettere in carcere un inquisito ci voglia il benestare di tre giudici e non del solo gip. E la maggioranza, con Ghedini in testa, applaude. Bene. Anche noi siamo d’accordo. Dispiace però che per capire l’arbitrarietà degli arresti, che quasi mai tengono conto dei tre casi specifici (pericolo di fuga, reiterazione del reato e manomissione delle prove) previste dalla legge, abbiano dovuto subire una retata di uomini del loro partito. Come San Tommaso avevano bisogno evidentemente di metterci il naso. Tenaglia e non solo lui deve aver… tremato. E deve avere pensato. Meglio tre. Che oltrettutto è numero perfetto.
Forse questa nuova offensiva (faccio una previsione: si concluderà tutto senza alcuna condanna) nei confronti della classe politica – in modo particolare quella di centrosinistra – sortirà almeno un effetto: la sinistra tornerà ad essere un po’ garantista e la destra un po’ giustizialista. Iniziavo ad avere le idee un poco confuse.
Certo che anche l’idea della decisione collegiale sulle misure cautelari proposta da un magistrato…
Leave your response!