Perchè l’ex sindaco sfida il sindaco. Due città che non si parlano. Ma il rischio è rafforzare Filippi. Cinque liste a sostegno della zarina
Reggio sottosopra. Il ciclone Spaggiari si abbatte sul Pd e sulla giunta di Reggio. Nulla è scontato nella città più scontata d’Italia. Eppure nessuno coglie le cause di questo improvviso terremoto. La causa più profonda è la crisi del Pd, come soggetto unificante di tendenze diverse. La Spaggiari non avrebbe mai lanciato il suo guanto di sfida se ci fosse stato ancora il Pci o anche solo il Pds -Ds. La situazione del Pd, soprattutto dopo le dimissioni di Veltroni e la sua sostituzione con Franceschini, dirigente dell’ex Margherita e amico di Pierluigi Castagnetti, ha accentuato il distacco della zarina. Alla crisi nazionale del Pd e dei punti di riferimento della Spaggiari e del suo gruppo, hanno fatto da ulteriore accelerazione i punti di riferimento locali dell’ex sindaco e del sindaco attuale. Punti di riferimento che sono divenuti alternativi. La Spaggiari vanta un ottimo rapporto con la locale Associazione degli industriali e forse anche con la Confcommercio (il fatto che alla sua presentazione fosse presente il presidente della Confcommercio di Reggio Paolo Ferraboschi la dice lunga). Poi ci sono i rapporti con l’Udc e il senatore Bonferroni in particolare, quelli con Carlo Baldi e il suo Laboratorio per Reggio (qualcuno sostiene che alle ultime elezioni la Spaggiari e i suoi una manina a Baldi l’abbiano data). Delrio ha invece il sostegno della parte sindacale della città e il fatto che il suo vice fosse quel Franco Ferretti che era stato a lungo segretario della Cgil non può essere considerato marginale. Poi, quello delle parrocchie e del mondo dell’associazionismo volontario. La Spaggiari era dell’idea di usare il pugno duro con gli immigrati, Delrio no. La Spaggiari preferiva le grandi opere e l’urbanizzazione, forse anche un pò selvaggia, di Reggio, Delrio il restauro del centro storico e l’arredo urbano. Fosse stato per Delrio i Petali del Giglio non si sarebbero mai fatti, la Spaggiari ne è stata la principale fautrice. Due città, dunque, allo specchio, non solo due candidati. Due partiti anche a livello nazionale, ormai. Per questo la sfida è interessante. anche se il Pdl ovunque in crescita potrebbe fare lo sgambetto. Perchè il limite della candidatura della Spaggiari è proprio quello di rischiare di portare al ballotaggio (se ballottaggio sarà) proprio Filippi, cioè il candidato sindaco del partito di Berlusconi, che parte con molti più punti in percentuale di lei. E al ballotaggio Filippi non avrebbe scampo con Del Rio. Per questo, adesso, la Spaggiari si vuole rafforzare ed è alla ricerca di liste alleate. Ce ne sarebbero già cinque: oltre a Città attiva , al Laboratorio di Baldi, all’Udc, anche Reggio libera, promossa da un gruppo di professionisti in prevalenza provenienti proprio dal centro-destra, e la lista civica della Borghi, mentre sia Delrio sia la Spaggiari stanno tentando Vanda Giampaoli, esponente del Pdl, ma in rotta di collisione col suo partito. Nel Pd incerta la posizione di Corradini, pare invece certo l’appoggio alla lista Spaggiari dell’ex assessore all’urbanistica del Comune di Reggio, e attuale presidente dell’azienda dei trasporti, Angelo Malagoli e dell’ancora più ex assessore al bilancio Girolamo Ielo. Più coperti Corradini, la Salsi, mentre tace l’ex senatore Giovanelli, grande alleato della zarina in passato. Chi tace dissente? Per ora, per la verità, parlano in pochi.
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