Sinistra e libertà non ce la fa a superare la soglia di sbarramento del 4%. Quella che è diventata la Lista Vendola non riesce a sfondare in un elettorato nordista che non ne ha subito il fascino. Dispiace il fatto che, sommando i voti di Sinistra e libertà con quelli della lista Bonino- Pannella, la soglia sarebbe stata abbondantemente superata. Bisogna però precisare che Pannella non è certo stato sensibile alle sirene socialiste e ha avuto nel contempo il veto, davvero incomprensibile, da parte dei vendoliani. Pannella racimola un 2,5%, che è grosso modo il dato dela Rosa nel pugno del 2006. E al Nord consegue risultati superiori alla stessa lista di Sinistra e libertà. Il Pd si dice soddisfatto perchè ha perso solo il 7,3%. Contenti loro… Per di più il Pd sta perdendo molte province e molti comuni anche importanti. Desta una certa sorpresa la flessione del Pdl, che perde consensi rispetto alla politica dello scorso anno e si posiziona al 35%. Si tratta di un risultato molto deludente, soprattutto se rapportato alle aspettative della vigilia. I veri vincitori sono stati Bossi e Di Pietro. E anche questo era nelle attese. Ma il risultato della Lega al nord va forse sopra le stesse aspettative e i sondaggi. Per la prima volta nella storia d’Italia la Lega supera a livello nazionale il 10%. Ed entra prepotentemente, come mai era successo prima, in Emilia, setacciando voti anche nel serbatoio di sinistra. Adesso la nostra piccola comunità socialista ha di che interrogarsi e proporsi un delicato “Che fare”. Che si impone, stavolta, davvero. Il “non fare” equivale infatti oggi più che mai al “non essere”. Rifletteremo insieme nella segreteria nazionale di mercoledì. Per quanto mi riguarda dico subito che non sarò disponible a confluire nell’eventuale, ma già conclamata, costituente convocata da Vendola. Non mi pare che il futuro dei socialisti riformisti e liberali sia quello di una micro forza collocata a sinistra del Pd. Credo invece che la crisi del socialismo europeo debba essere affrontata anche in Italia non riproponendo meccanicamente lo slogan del socialismo europeo, ma creando un’area liberalsocialista, laica e riformatrice che inizi un percorso di “associazione” coi radicali e di confronto con il Pd.