Veltroni due: dall’autosufficienza all’Alleanza riformista
Dopo aver parlato di Craxi, cioè del passato, Veltroni, nell’intervista su “Il Corriere della sera” del 18 luglio, parla della politica a cioè del presente, scordandosi però il passato prossimo. Sì perchè dalla sua posizione del 2008 a quella di oggi c’è un abisso. Nel 2008 Walter teorizzava e praticava l’autosufficienza, anche se non l’imponeva al privilegiato Di Pietro, e sollecitava socialisti e radicali ad entrare nelle liste del Pd. Adesso lo stesso Walter, e c’è da stropicciarsi gli occhi, teorizza l’Alleanza riformista (dunque una coalizione di soggetti diversi) coi socialisti, i radicali e Vendola, ponendo questi nel girone privilegiato e ritenendo Di Pietro solo un interlocutore, assieme all’Udc di Casini, di seconda categoria. In politica si può cambiare opinione, ci mancherebbe. E questo diritto va concesso anche a Walter Veltroni. Però non figura mai nelle interviste dell’ex segretario del Pd un solo accenno all’errore compiuto. Pare cioè che la nuova scelta prescinda sempre dalla vecchia, che pure è stata compiuta ed in netta contraddizione con la nuova. Questo sconcerta un pò. Tuttavia non si possono sottovalutare le nuove prospettive aperte. L’Alleanza riformista era esattamente la proposta politica che la Costituente socialista lanciò nel 2007. Si può arrivare in ritardo, come spesso capita ai compagni ex comunisti, ma l’importante è che ci si arrivi. Desta anche qualche sospetto in più il fatto che queste dichiarazioni, quelle su Craxi e questa sull’Alleanza riformista, vengano rilasciate alla vigilia del grande scontro congressuale sulla segreteria del Pd. E che le avances di Veltroni possano destare qualche turbamento nello schieramento congressuale opposto, che non a caso aveva messo nel mirino proprio la politica dell’ex segretario del Pd in materia di alleanze. Se sono rose fioriranno e se son scelte vere, e non escogitazioni tattiche congressuali, lo verificheremo presto. Resta il fatto che se la nuova proposta del Pd che uscirà dal congresso fosse proprio quella dell’Alleanza riformista i socialisti dovranno, con soddisfazione, prenderne atto e iniziare il cammino.
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