La sinistra dal bacio di Riina a Spatuzza
Finchè la sinistra italiana tenta di battere Berlusconi attraverso la via giudiziaria ed esulta ogni volta che Berlusconi viene accusato di essere il capo della mafia o l’uomo degli attentati del 1992 e del 1993, farà solo autogol clamorosi. La sinistra italiana deve smettere di seguire Di Pietro, e lo dico in particolare a quei personaggi (vedasi Rosy Bindi) che hanno deciso, sfidando la decisione di Bersani, saggia e opportuna, di sfilare anche recentemente (compresa “Sinistra e libertà”, con la quale i socialisti giustamente non vogliono avere nulla a che spartire) assieme al Torquemada meneghino. La deposizione di Graviano smentisce quello Spatuzza che aveva sostenuto la complicità di Berlusconi e di Dell’Utri addirittura in quegli atti di sangue. Il troppo stroppia. E a forza di gridare al lupo nessuno poi riuscirà a credere a responsabilità più contenute, ma magari evidenti. Finendo per criminalizzare come il demonio Berlusconi si finirà a crederlo angelo, cioè vittima innocente del complotto del quale del resto il presidente del Consiglio parla a più riprese. Macchiavelli scriveva che “le coniurazioni fallite rafforzano lo principe e mandano nella ruina li coniurati”. Accadde anche con Andreotti nel 1993, quando il leader democristiano venne accusato ad un tempo di essere il mandante di un omicidio e il capo della mafia (quel bacio a Reina era come il fazzoletto di Cassio a Desdemona). Finì non solo con l’assoluzione di Andreotti, ma anche con la sua riabilitazione politica che è andata oltre i suoi storici meriti. Se la sinistra anzichè bearsi delle stupidaggini su Berlusconi di un pentito smentito, si concentrasse di più sul programma non realizzato del suo governo e sui temi dell’occupazione, della riforma dello Stato e della sua laicità, avrebbe più possibilità di sfondare in quella zona magmatica che rifiuta la sinistra dei girotondi, dei movimenti, dei viola e guarda alla responsablità e alla credibilità di un progetto e di un leader. Speriamo non sia tardi.
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