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Addio presidente…

17 Agosto 2010 1.260 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

E’ morto Francesco Cossiga, presidente della Repubblica italiana dal 1985 al 1992, già presidente del Consiglio all’inizio degli anni ottanta e più volte ministro. Democristiano sardo, uomo vicino ad Aldo Moro, fu il primo presidente del Consiglio che ricostruì nel 1980 un rapporto di collaborazione coi socialisti, dopo gli anni dell’unità nazionale, la sua rottura e le elezioni anticipate del 1979. Dopo l’89 Cossiga iniziò a “picconare” e le sue esternazioni hanno fatto epoca. Colpito dalla richiesta della sua messa in stato d’accusa che il Pci aveva avanzato, intendeva, con le sue dichiarazioni a getto continuo, seppellire il passato di guerra civile e politica che aveva caratterizzato l’Italia, soprattutto negli anni settanta. Fu forse l’unico dirigente politico che comprese bene le conseguenze interne della caduta del muro di Berlino. Sensibile anche alla richiesta di una moratoria delle pene per i conflitti politici che avevano coinvolto migliaia di giovani in una guerra cruenta e senza senso, ebbi modo di conoscerlo e di incontrarlo più volte, quando, da solo, mi interessai delle condizioni di salute del detenuto Prospero Gallinari, il brigatista reggiano che aveva sulle sue spalle diverse condanne per assassinio. E lo incontrai anche in occasione della presentazione della sua Udr che, assieme a Tabacci, ebbi modo di tenere a battesimo a Roma, sia pure da soggetto solo parzialmente interessato. In quella fase Cossiga propose infatti il famoso Trifoglio, un’alleanza tra democristiani, socialisti e repubblicani. Di lui resterà sempre impressa la grande lucidtà e la spregiudicatezza nel tentativo di interpretare e sciogliere i numerosi nodi rimasti irrisolti della storia d’Italia, la sua grande cultura e la sua ironia, dote che ebbe modo di esprimere soprattutto dagli inizi degli anni novanta, come se il cambio d’epoca gli avesse anche cambiato l’umore. Sembra che di Cossiga ce ne siano stati due: quello serio e rigoroso del primo periodo, quello aperto, desideroso di scudisciate e di provocazioni del dopo 89. In verità di Italia ce ne sono state due. E Cossiga ha saputo, forse il solo, leggere e interpretare il cambiamento. Come un uomo politico dal fiuto raro. Onore al suo merito storico, dunque. Peccato solo che i nodi irrisolti della storia d’Italia siano rimasti tali anche dopo le sue storiche esternazioni.

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