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Perchè il nostro Teatro lancia cantanti che poi utilizzano solo gli altri?

29 Dicembre 2010 2.318 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Scrivo non da assessore e nemmeno da dirigente politico e men che meno da ex presidente de “I Teatri di Reggio”, ma da semplice appassionato di musica lirica, e svolgo questa riflessione che da tempo mi sta a cuore. Il tenore Francesco Hong, vincitore nel 2003 del Premio Tagliavini nel Concorso Masini (direttore artistico Paolo Barbacini), inaugura tra pochi giorni la stagione lirica del Regio di Parma ne “La forza del destino” di Verdi nel difficile ruolo di Don Alvaro, tanto caro al grande Corelli. Hong aveva già cantato a Parma, e anche a Modena, nel Rigoletto e a Parma recentemente anche nel Trovatore ed è stato protagonista in mezza Europa del repertorio verdiano e anche verista. Il baritono Ambrogio Maestri, anch’egli vincitore del Concorso Masini, è stato brillante protagonista dell’Elisir d’amore donizettiano alla Scala di Milano, ed è uno dei più importanti baritoni in questo momento nel mondo. Il soprano Alessandra Rezza, anch’essa vincitrice del Concorso Masini, è oggi un soprano “lirico spinto” di fama nazionale e anche internazionale. Il basso Mirco Palazzi, anche anch’egli vincitore del Concorso Masini, è oggi affermato basso a livello internazionale nel repertorio belliniano-rossiniano-donizettiano. Il giovanissimo direttore d’orchestra Andrea Battistoni, assistente di Maurizio Barbacini, fratello di Paolo, autentica rivelazione dell’anno, è stato nominato primo direttore ospite del Regio di Parma. Nessuno degli artisti citati è mai stato a Reggio, dopo avere vinto un concorso reggiano o, come nel caso di Battistoni, dopo aver assistito un direttore di origine reggiana e fratello del direttore artistico di un Concorso reggiano purtroppo oggi soppresso. Perchè? Perchè noi dobbiamo lanciare cantanti che poi non sfruttiamo e regaliamo agli altri? Non fu certo così quando, grazie al Premio Peri, il teatro di Reggio lanciò Pavarotti (che cantò a Reggio nello stesso anno, il 1961, in Boheme e anche l’anno dopo nella stessa opera, e dopo quattro anni anche nel Rigoletto), quando il Muncipale scoprì Mirella Freni che poi cantò Liù in Turandot e più tardi Traviata e Manon, quando, soprattutto, con la Kabaivanska decise (grazie a Gigetto Reverberi) di utilizzare il prestigioso soprano in quasi tutte le opere inaugurali la stagione lirica dal 1968 al 1975. E che dire delle opere cantate da Enzo Dara nel teatro che lo scoprì? Perchè oggi Reggio lancia giovani voci che poi fanno carriera prestigiosa altrove? Perchè non chiede di un giovane direttore che oggi Parma mette a contratto, opportunamente, anche per un concerto? Misteri reggiani, che finora nessuno tenta di svelare. Siamo forse divenuti così generosi verso gli altri al limite dell’autolesionismo artistico? Perchè? Sono domande provocatorie che un appassionato di lirica, che non perde un’opera nel nostro teatro da quand’era bambino, non deve porsi?

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