Sandro, un altro amico che se ne va
Era considerato un cattolico del dissenso di tendenza riformista e socialista. Di famiglia socialista a me aveva sempre confidato di essere particolarmente sensibile al fascino del riformismo prampoliniano. Sandro Scansani non era solo un uomo di cultura, era un imprenditore culturale che s’era fatto da solo. Aveva il fiuto dell’intelligenza creativa. Con la sua casa editrice Diabasis aveva dilagato a Reggio e non solo. Diabasis, grazie a lui,. era divenuta un punto di riferimento di scrittori italiani e di intellettuali che ricercavano nuovi orizzonti e nuovi stimoli. In tanti gli facevano la corte negli anni settanta e ottanta soprattutto. Credo che nessuno come lui abbia a Reggio ricevuto così tante proposte di candidature e di impegno politico, ma lui non ha mai voluto diventare un uomo di partito e neppure di potere. Forse, negli anni successivi, la negligenza verso la cultura e la disabitudine al confronto e al dialogo politico, lo hanno visto ai margini dell’attenzione cittadina e questo rappresenta una colpa purtroppo irrimediabile. Sandro era un uomo del dialogo. Sereno e coerente. Mai settario. Sempre curioso e interessato a sollecitazioni e contributi. La sua ancora immatura scomparsa è una grave perdita per Reggio Emilia e per la cultura italiana.
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