Sparare anche se Calderoli non vuole?
Davvero bizzaro un governo senza una politica estera. Non era mai accaduto nella vituperata, e oggi rivalutata, prima Repubblica. E’ già successo, invece, e più volte, nella seconda. Anche durante la fase del governo Prodi il Pdci e Rifondazione comunista manifestarono il loro dissenso sulle missioni di pace, in particolare su quella in ‘Afghanistan, e anche una parte del Pd li seguì nel dissenso. E anche al tempo del governo D’Alema, durante i bombardamenti sulla Serbia, il Pdci si dissociò solennemente e addirittura Cossutta e Diliberto si recarono a portar solidarietà ai bombardati (dal loro stesso governo). Nessuno può dunque scandalizzarsi di questa nuova presa di distanza della Lega. D’altronde, se il democratico Obama ci chiede di partecipare attivamente ai bombardamenti per sostenere la resistenza libica e se il comando Nato, che l’Italia ha fortemente voluto, ci comanda di fare alcune operazioni, noi cosa dovremmo rispondere? Che Calderoli non vuole? Resta il fatto che, come il governo D’Alema e quello di Prodi, anche il governo Berlusconi non ha una politica estera condivisa. E se due più due fa quattro questo significa che le maggioranze che si formano in Italia con questa legge elettorale non possono avere granchè in comune. Anche perchè la politica estera dovrebbe essere il principale tessuto connettivo di un governo. I partiti coalizzati possono stare insieme anche quando dissentono sui bombardamenti. Anzi, possono stare insieme anche quando si bombardano tra loro…
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