Il 9 maggio parte da Reggio il Giro d’Italia. I precedenti
La primavolta fu nel 1927 e il grande Alfredo Binda si aggiudicò la tappa che arrivava al Polisportivo reggiano nel maggio. Il Polisportivo era una struttura creata da una società privata, la Sir, che aggregava un centinaio di reggiani facoltosi e che si componeva di un ippodromo con tanto di tribuna in legno, di una piscina e di impianti per il tennis, ubicata nell’area oggi attigua alla sede del campovolo. Il Giro tornò nel 1947 (era il giro di Coppi, che battè Bartali) e la tappa reggiana si concluse in viale Allegri, nei pressi dei giardini pubblici (la partenza fu invece fissata in piazza Prampolini). La tappa fu vinta da Luciano Maggini in volata su Fiorenzo Magni. La terza volta fu nel 1966 e la tappa reggiana si concluse in via Kennedy. Era una tappa interamente pianeggiante e venne vinta in volata da Dino Zandegù, velocista d’eccellenza. Era il Giro che vide il trionfo di Gianni Motta e l’umiliazione del grande Jacques Anquetil. La quarta volta fu nel 1983 e si tornò in viale Allegri. La tappa venen vinta dallo svedese Segersal e il Giro da Beppe Saronni. Il patron Torriani volle l’arrivo a Reggio per ricordarare il giornalista reggiano Guglielmo Fanticini, morto l’anno prima proprio in una tappa del Giro a Caserta. Poi l’ultimo arrivo a Reggio nel maggio del 2001, grazie a Giorgio Cimurri e al suo amico Romano Prodi. Fu una tappa molto impegnativa che s’inerpicò sulle cime del nostro Appennino. Fu la più bella tappa tra quelle che si conclusero a Reggio, con salite quali l’Abetone, il castello di Carpineti e Regnano. In città migliaia di reggiani festanti. Si attendeva Pantani e invece vinse Caucchioli. Poi la partenza del 2005 e adesso una nuova partenza, quella per ricordare la paternità reggiana della bandiera nel Giro del 150esimo dell’Unità d’Italia che non a caso inizia da Torino, prima capitale del Regno nel 1861.
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