Obama vivo e Osama morto
Obama vivo e Osama morto. Meglio così. Gli Stati Uniti d’America avevano tutto il diritto di colpire il principale responsabile degli orribili attentati del settembre del 2001. Dopo dieci anni ci sono riusciti e questo giustifica la gioia del presidente Obama, cui non può non corrispondere la soddisfazione del mondo democratico ovunque sia, quella del popolo americano, quella delle famiglie delle vittime così ignobilmente colpite l’11 settembre. Sottopongo solo due osservazioni. La morte di Osama Bin Laden non risolve la questione della lotta al terrorismo. Al suo posto ci sarà un altro non meno fanatico e violento. Hanno torto dunque i Fratelli Musulmani e l’Iran che ritengono venuta meno con la morte di Osama (che Hamas ha purtroppo condannato definedolo un “assassinio”) le ragioni per la permanenza in Afghanistan e nelle altre regioni medio orientali. Poi, vorrei anche manifestare la mia personale propensione a non considerare mai la morte del peggior nemico come un’occasione di festa. La soddisfazione, se contenuta nei limiti della consapevolezza del successo politico e militare, è più degna di approvazione e di condivisione.
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