Dal Porcellum al Barattellum
È veramente magnifico il modo in cui si sta affrontando il capitolo della nuova legge elettorale. Un vero spettacolo. Uno pensa che la legge elettorale debba servire a delineare un sistema politico, o quanto meno a renderlo più efficace per produrre governabilità e corretta rappresentanza insieme. Invece il confronto che si sta sviluppando è tutto incentrato sull’interesse di parte e condotto secondo la logica del baratto. Il premio di maggioranza del Porcellum è di dubbia costituzionalità perché consente anche a chi ottiene la più cospicua delle minoranze di conseguire il 55 per cento dei seggi alla Camera? E allora si fissi una soglia minima per ottenerlo. E siccome i sondaggi danno per probabile che la prima lista sia quella incentrata sul Pd, ecco che il Pdl propone una soglia molto alta e oggi irraggiungibile e cioè quella del 42,5 per cento, che va bene anche a Casini perché gli permette di fare l’ago della bilancia. È evidente, però, che qualcosa deve essere concesso anche al Pd ed ecco che salta fuori il premio alla prima lista, o premietto, che dovrebbe essere però tale da non permetterle di raggiungere la maggioranza assoluta. Uno a uno, secondo l’indicazione un po’ stravagante del professor Dalimonte. Poi c’è il nodo delle preferenze, alle quali il Pd è ostile, Casini è favorevole e il Pdl non si sa. Il pacchetto potrebbe essere unico, e cioè premio come vuole il Pdl, premietto come vuole il Pd, preferenze come vuole Casini, sbarramento al 4/5 per cento come vogliono tutti e tre. In più sbarramento-contentino anche di collegio per far sopravvivere la Lega. Bella legge, non c’è che dire. Dal Porcellum al Barattellum.
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