Perchè non intestare via Crispi a Ferruccio Tagliavini?
Non mi ha mai appassionato la polemica sulla topografia. E nemmeno sulla toponomastica, sui monumenti, sulle statue, sui ricordi del passato. Quando il 26 luglio del 1943 gli italiani si scoprirono ardentemente antifascisti e gettarono le statue e i bronzi del regime, Pietro Nenni, che antifascista lo era stato sempre, ebbe modo di scrivere sui suoi diari: “Questa è l’Italia che non amo”. In nessuna città italiana, però, una via così rilevante è stata intestata, come avviene a Reggio Emilia, a Francesco Crispi che, dopo il valoroso contributo recato alle imprese garibaldine, si trasformò in primo ministro reazionario, colonialista, autoritario, responsabile della messa fuori legge delle organizzazioni operaie e contadine, dei partiti democratici, delle repressioni più feroci. La via gli venne intestata dal regime fascista, visto che la sua originaria denominazione era quella di via del Teatro, che i socialisti mutarono poi in via Felice Cavallotti. Dopo avere ripristinato il vecchio nome nella piazza adiacente, cioè piazza del Monte, sostituendo la precedente intestazione riservata a Cesare Battisti, martire democratico e socialista, non si potrebbe tornare al nome originario di via del Teatro oppure, e la cosa sarebbe ancor più significativa, intestare l’attuale via Crispi al grande tenore reggiano Ferruccio Tagliavini? Potrebbe essere, quest’ultima, una scelta anche opportuna per una strada cittadina che sfocia nel teatro che porta il nome del grande attore di prosa reggiano Romolo Valli. Mi impegno a portare queste mie considerazioni all’attenzione della giunta e del sindaco.
Leave your response!