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Martelli e Craxi: “Socialisti anche domani”…

14 Dicembre 2012 2.256 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

Sala dell”hotel Astoria gremita per la presentazione del terzo volume sulla Storia del socialismo reggiano, di Mauro Del Bue. Presieduto da Giuseppe Amadei, l’incontro è stato aperto da Claudio Martelli, che in un lungo e apprezzato intervento ha voluto ricordare alcuni passi salienti della storia socialista vissuta con Craxi alla guida del Psi. E in particolare le relazioni intessute con Brandt e Mitterand in funzione della nuova vocazione europea del Psi a partire dal nuovo corso inaugurato nel luglio del 1976, poi le vicende relative alle conseguenze da trarre dopo la caduta del muro e la fine del Pci e infine “l’azione di forza intervenuta nel 1992 con l’azione giudiziaria, sia pure in una fase in cui dilagava la corruzione politica”. Per Martelli il Partito democratico, del quale egli stesso parlò per primo nel 1988, poteva essere una risposta giusta, e non si doveva essere particolarmente ossessionati dalla parola “socialista”, che avrebbe tuttavia dovuto rappresentare l’identità prevalente del nuovo partito. Il problema di Bersani oggi è, a giudizio di Martelli, di guidare un partito d’impostazione americana, ma in una sinistra ancora in parte recalcitrante a rispettare le regole del mercato, che va governato, ma non ignorato. Martelli ha poi rivolto parole di vivo apprezzamento per l’opera “dell’amico Mauro, rappresentata con l’obiettività dello storico e con l’emotività del protagonista politico”. Bobo Craxi ha voluto ringraziare Del Bue non solo per aver ricordato la storia di suo padre Bettino, ma anche “per aver segnalato la presenza di suo figlio”. Bobo Craxi ha ricordato gli impegni assunti dal Psi sulla primarie e la sua amicizia, che risale ormai a oltre vent’anni fa, con l’autore del libro. Antonio Bernardi ha voluto sottolineare che il volume tratta della storia socialista dal 1948 a oggi, richiamandosi sia a quella del Psi sia a quella del Psdi, e che lo stesso Pci togliattiano non era certo d’impostazione leninista, ma un partito “popolare, con una natura non dissimile da quella dell’Spd di Brandt, richiamata da Martelli”. Dino Felisetti ha ringraziato Del Bue per averlo più volte consultato e ha amaramente preso atto della fine e della mancata rinascita di una forza socialista in Italia paragonabile a quella dei partiti socialisti europei. Del Bue ha concluso rilevando, tra l’altro, che i tre libri, che constano di 1800 pagine complessive, partono dall’esperienza del socialismo prampoliniano e si concludono con un diario (“non potevo essere ad un tempo narratore e attore” ha precisato), che parla delle vicende politiche dal 1976 a oggi.

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