Emma presidente e un governo subito
Questi sono i due segnali chiari lanciati dalla direzione del Psi di giovedì 4 aprile. Per parte mia ho sottolineato il valore di queste due proposte. Si tratta di scelte di stampo autonomistico. E certo segnalano coraggio e indipendenza, anche rispetto all’alleato Pd. Quella della Bonino, la cui candidatura era già stata ipotizzata da Mara Carfagna, è scelta logica e coerente per i socialisti. E non solo per l’esperienza passata della Rosa nel pugno che ha assemblato socialisti e radicali fino al 2008, ma anche perché la candidatura di Emma era già stata lanciata, con l’appoggio di tanti socialisti, nel 1999 e grazie alla campagna assai diffusa e convincente che era stata promossa, i radicali ottennero, alle elezioni europee di quell’anno, il massimo consenso della loro storia: oltre l’8 per cento. Emma Bonino, inoltre, potrebbe essere candidata trasversale e votata da entrambi i poli per la sua natura politica eretica e non facilmente riconducibile a logiche di schieramento. Sarebbe, infine, la prima donna ad essere eletta presidente della Repubblica italiana, dopo aver maturato esperienze significative e apprezzate di carattere internazionale sia come commissaria Ue, sia come ministra. Penso che per questa candidatura dovremmo formare comitati che possono comprendere anche parlamentari di altri partiti, esponenti del mondo della cultura e della politica, uomini e donne d’impresa, della scienza, dell’università, dell’informazione. L’idea di un governo di larga maggioranza è stata lanciata a tutti. Sia al Pd, che ha finora escluso un esecutivo col Pdl, sia al Pdl, che ha finora escluso un esecutivo di stampo istituzionale. Pare che i due partiti vogliano studiare il momento più propizio per confrontarsi di nuovo con l’elettorato senza rispondere ai drammatici problemi dell’Italia di oggi. Il Psi ha rotto gli indugi e sciolto le briglia che lo tenevano legato a schemi ormai superati. È un fatto positivo. Avevo anche sollecitato la direzione a decidere la separazione degli incarichi parlamentari da quelli di partito. Siamo una comunità con solo cinque parlamentari piu un senatore eletto in Sud America ed è giusto che vengano utilizzate al meglio tutte energie. I parlamentari facciano i parlamentari e si dimettano da tutti gli incarichi di partito. La direzione ha dato mandato alla segreteria di risolvere questo problema.
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