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I due conflitti d’interesse

4 Agosto 2013 1.508 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

L’Italia è l’unico paese europeo in cui non vige la separazione delle carriere tra magistratura inquirente e giudicante, ma è anche l’unico  paese in cui un uomo di Stato condannato dopo tre gradi di giudizio annuncia l’esistenza di un golpe giudiziario. L’Italia è l’unico paese europeo in cui i magistrati sono divisi in partiti e il Csm, che tutti li unisce, ne è cassa di risonanza per spartizioni e lottizzazioni, ma è  anche l’unico paese in cui esiste un partito personale, anzi padronale, in cui tutti gli adepti annunciano il suicidio politico se vien meno il loro capo. L’Italia è l’unico paese europeo in cui i magistrati si presentano alle elezioni e si trasformano in leader politici anche utilizzando le inchieste che loro stessi hanno svolto, ma è anche l’unico paese in cui un partito annuncia il ritiro dal governo a causa di un provvedimento della magistratura contro il suo leader e non per contrapposizioni su temi fondamentali che interessano i cittadini. Tutto questo perchè l’Italia non è un paese europeo nè nel sistema politico né in quello giudiziario. Nel 1992 la magistratura entrò a gamba tesa non solo e non tanto per combattere la corruzione politica, che era evidente, ma per cambiare il quadro politico, nel 1994 Berlusconi scese in campo per contraporre al conflitto d’interesse di una parte della magistratura il suo marcato conflitto d’interesse e in nessun altro paese sarebbe stato consentito. Le due anomalie si sono fronteggiate in questi vent’anni con asprezza e senza alcun ritegno. Non hanno trovato soluzione. Nessuna delle due ha saputo o voluto battere l’altra. La  sinistra non ha approvato alcuna legge sul conflitto d’interesse di  Berlusconi e la destra non ha approvato alcuna legge sul conflitto d’interesse dei magistrati. Gli uni e gli altri hanno anzi vissuto nello scontro caratterizzato da questa doppia anomalia, quasi che, una volta  eliminata, non avessero più ragione di contrapporsi. Così Berlusconi è ricorso a leggi ad personam, a tentativi di lodi e di amnistie, a processi brevi e prescrizioni e la magistratura gli ha infitto cinquanta procedimenti giudiziari, quanti mai sono stati riservati al peggior delinquente. Il governo Letta doveva servire per pacificare il paese, e mi pare che il risultato sia oggi quanto mai deludente. Mai come ora il paese si annuncia diviso e pronto a un nuovo conflitto, per di più su un tema delicatissimo, e cioè sull’esistenza o meno di un golpe giudiziario dopo una condanna definitiva, a conclusione della quale si è espresso un organo composto da giudici ritenuti, anche da chi era oggetto di giudizio, assolutamente affidabili. Ancora tempi bui per l’Italia perchè non sono stati eliminati i due confitti d’interesse, perché il quadro politico ne è stato profondamente segnato e turbato, perché ancor oggi o si grida contro i magistrati “comunisti”o si esulta all’arresto del leader del partito contrapposto, anche se adesso alleato. Come vent’anni fa. Penso che dobbiamo superare entrambi i confitti d’interesse per fare dell’Italia un paese europeo. E diventare  un paese senza Berlusconi e senza magistrati che fanno politica. Che sia proprio impossibile?

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