La sceneggiata di Merlusconi
Tutti a casa. Go home. Hanno vinto i falchi, ma pare anche le colombe, travestite da falchi. Tutti a casa. I parlamentari del Pdl, un minuto dopo la decadenza di Berlusconi, si dimetteranno e decadranno anche loro per solidarietà e protesta. A quel punto anche Letta decadrà, anche perché è difficile che si dimettano i parlamentari e non i ministri. Saremo senza governo e senza una cospicua parte del Parlamento e a quel punto Napolitano non potrà far altro che convocare nuove elezioni. È così? Sarebbe così. Ma. Torniamo daccapo. Le dimissioni che dimissioni sono? Sono carte date in mano al presidente del Pdl, mica lettera inviate ai presidenti di Camera e Senato. E quando si sbaglia l’indirizzo vuol dire che sono quantomeno dubbie. E poi, mettiamo anche che s’imbarchino per la rotta giusta. Intanto bisogna vedere se ci sono eccezioni. E quante sono. Poi, anche nel caso che siano la totalità o la stragrande maggioranza, scattano i primi dei non eletti. E vuoi vedere che anche tutti i candidati, uno dopo l’altro, disdegnino di varcare il portone di Montecitorio e di Palazzo Madama? Si tratta, è evidente, di una messinscena, di una sceneggiata alla Merola, che ben si addice al capo del Pdl, che di canzoni napoletane se ne intende. Resta però un pesante interrogativo. Fino a che punto il Pd potrà appoggiare una coalizione di governo all’interno della quale il suo principale interlocutore politico considera la sinistra “criminale”, nonché collusa in una sorta di colpo di stato? Penso che sarà dura da giustificare in previsione di un congresso così difficile e anche confuso. Mettiamoci nei panni del povero Letta. Nessuno gli dice che stanno svendendo l’Italia, nessuno lo avvisa che stanno dimettendosi i parlamentari del Pdl. Lo avvisino almeno quando non sarà più presidente del Consiglio.
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