Reati e opinioni
Sono lieto che il Psi abbia voluto avanzare una posizione autonoma attorno alla legge che persegue il presunto reato di negazionismo. Come sul caso Berlusconi anche su questa materia bisogna essere all’altezza della nostra storia di socialisti liberali. Pannella ha già detto la sua e io ne condivido la sostanza. L’apologia di reato esiste già, come esiste la legge Scelba del 1952. Oggi si tratta di misure opinabili, ma comunque in vigore, e tuttavia si vuole introdurre un ulteriore reato sul tema del negazionismo. Cioè tagliato su misura per coloro che affermano l’inesistenza delle camera a gas e dell’Olocasuto. Si tratta, quest’ultima, di una tesi assolutamente folle, poiché tutto questo è stato storicamente e anche scientificamente provato. Il matematico Odifreddi si dimostra un pessimo conoscitore della storia, giacché non si contano le testimonianze dei sopravissuti e anche degli aguzzini, tra i quali emerge con forza quella di Rudolf Hoss, l’agghiacciante comandante di Auschwitz. Resta il fatto che un conto è esaltare una carneficina di simili proporzioni, si tratterebbe della peggiore delle apologie, un conto è negarla. Per costoro dovrebbero essere comminati da uno a cinque anni di carcere. Ha fatto bene il Psi, ancora con Buemi protagonista e stavolta pienamente appoggiato dalla segreteria, ad escludere l’internamento per reati di opinione. Qualsiasi siano le opinioni. E non stupisce più invece che il Pd assuma su questa materia, dai referendum sulla giustizia fino al reato di negazionismo, una posizione decisamente poco liberale. Ci stiamo abituando.
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