Riotta e L’Espresso, su spionaggio Nsa
È vero quel che scrive Riotta. E cioè che il grande detective segreto dello spionaggio telematico, l’ex consulente della Nsa, Edward Snowden, è fuggito in Russia da Putin, mentre non è chiara l’altra rivelazione, e cioè se l’ex giornalista del Guardian Gleen Greenwald, sia stato effettivamente assunto dal miliardario Pierre Omydyar, fondatore di eBay. Come se tutto fosse stato preordinato per approfittare delle rivelazioni sulla Nsa, l’agenzia per la sicurezza americana, che sta spiando con diversi programmi tutto il globo. Di più, può anche essere che questi programmi, come Prism che ha operato in territorio francese, altro non sia che l’identico programma che gli stessi francesi della Dgse utilizzano verso altri. E può perfino essere che tali rivelazioni possano portare acqua alla rete terroristica che utilizza gli stessi modelli analitici della polizia, e che dunque può ricodificare i messaggi. Restano però due domande. Dal caso Assange, che con la sua Wikileaks, diffuse ben 251mila documenti ritenuti segreti e coperti degli Stati uniti, ad oggi, non possono davvero coesistere due comportamenti opposti da parte dello stesso Stato. Se gli Usa utilizzano lo stesso “metodo” di Assange, non possono chiedere che Assange venga processato e condannato. La storia recente di Assange fa girar la testa. Arrestato in Inghilterra perché in Svezia avrebbe consumato rapporti sessuali non protetti, è stato poi scarcerato con cauzione è si è rifugiato nell’ambasciata londinese dell’Equador, che gli ha dato asilo politico. Tuttavia la premier australiana Julia Gillard gli ha chiesto di candidarsi al Senato, asserendo che la sua presenza sarebbe garanzia di una maggior sicurezza nazionale per il suo paese d’origine. Che paesi storicamente alleati come gli Stati uniti e l’Australia possano arrivare a posizioni così opposte la dice lunga sulla situazione internazionale alla luce delle rivelazioni sulle moderne forme di spionaggio. Resta una seconda considerazione. E cioè la veridicità delle affermazioni di Snowden e di Greenwald. I due possono essere stati animati dai peggiori intendimenti. Resta il fatto che il sistema di spionaggio si è rivelato tale. E questo anche contro il nostro Paese. I servizi inglesi del Gchq, secondo le notizie diffuse dall’Espresso, da tempo spiano le comunicazioni italiane, attraverso tre cavi sottomarini a fibre ottiche, nell’operazione top secret chiamata Tempora, e questo naturalmente in collaborazione con la Nsa americana. In questo caso se ne deduce che mentre tiene il rapporto, anche in campo spionistico, tra Stati Uniti e Gran Bretagna, si è completamente sfasciato quello tra questi due paesi e la Francia, l’Australia e l’Italia. A meno che anche Gran Bretagna e Usa spiino insieme l’Italia e si spiino anche tra loro. Come leggere il nuovo quadro intenzionale alla luce delle recenti vicende? Probabilmente non piu in termini politici, ma solo di interesse economico, di supremazia geografica, di egemonia nel campo delle comunicazioni. Siamo al tutti contro tutti, a poteri forti che si fronteggiano anche dentro i singoli stati, alla fine della diplomazia politica, all’epoca della sfida senza frontiere? Resta il fatto che nel nostro Paese nessuno si muove, protesta, si scandalizza, reagisce. Anche il Parlamento è fermo, non ci sono interpellanze, interrogazioni, richieste di convocazioni urgenti, di commissioni d’indagine. Niente, l’Italia tace e pare chiedersi se per caso tutta questa attenzione rivolta anche a lei non sia poi neanche del tutto meritata.
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