Il D’Alema furioso
Sta rinascendo Massimo D’Alema che come tutti politici di razza dà il meglio di sé quando l’onda della polemica è alta. Diventa piu lucido, più cinico, piu spregiudicato, in fondo anche più sincero. A tal punto da fare infuriare anche i suoi, perché, che razza mai di amici ha, lo vorrebbero più rintanato, silenzioso, prudente. Insomma meno D’Alema. Le sue dichiarazioni su Renzi, al limite dell’improperio, sono eloquenti. Di fronte sono il giovane scanzonato e ambizioso che non ha voglia di studiare troppo la storia, ma che ha capito che gli altri sono i perdenti e lui il vincente. E dall’altra sta il più attempato capo di tante battaglie, condotte con scrupolo ed esperienza, acquisite in decenni di incontri, assemblee, congressi, campagne elettorali. Un perdente di successo, semmai. Tra i due ci sono due storie, due comportamenti, forse due partiti, se non addirittura due fronti. Eppure stanno insieme. Fino a quando? S’ode a destra uno squillo di tromba, di Alfano, a sinistra risponderà un altro squillo? Lo spartito sembra identico.
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