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Abbassare le tasse coi soldi degli altri?

18 Ottobre 2014 937 views No CommentStampa questo articolo Stampa questo articolo

La battuta più felice è di Zingaretti, fratello di Montalbano: “Facile abbassare le tasse coi soldi degli altri”. Il governatore del Lazio si riferisce ai tagli alle regioni e agli enti locali. Più o meno sulla stessa linea Chiamparino, governatore del Piemonte. che ha annunciato, qualora fosse costretto ad aumentare l’Irap per mantenere i servizi, la sua volontà di dimettersi. Stiamo ai fatti. La manovra in legge di stabilità sarà di 36 miliardi e ogni giorno che passa aumenta. Se venisse approvata a Natale saremmo a cento. Danno i numeri? Speriamo di no, anche perché, dopo averlo escluso, adesso hanno deciso di inserirvi anche l’anticipo volontario del Tfr. Confermiamo, oltre al giudizio positivo per i tagli alle tasse, talune perplessità sulle entrate. Lo abbiamo scritto subito sul nostro Avanti e questa è diventata poco dopo la questione centrale nel dibattito politico, che va proprio collegata alla diminuzione del peso fiscale. Se io uso risorse degli enti territoriali per diminuire il fisco (per abbattere l’Irap, per le nuove assunzioni, per gli sgravi fiscali alle famiglie) e poi costringo regioni e comuni ad aumentare il carico fiscale sull’Irpef, sulla stessa Irap, sulla Tasi e su altro, ho già annullato i benefici. E il peso della manovra si sgonfia.

La borsa col meno 4 per cento di Milano, per ora, non reagisce bene, mentre in Europa nicchiano e solo gli imprenditori, mentre i sindacati protestano, mostrano contentezza. Proviamo a fare due conti. La manovra si finanza in buon parte in deficit, con 11 miliardi e mezzo che fanno slittare il rapporto deficit-Pil dal 2,2 al 2,9 per cento. L’Europa ce lo deve consentire, dopo la vicenda francese, che produce un deficit al 4,5 e un rientro solo nel 2017. Eppure anche su questo si paventano provvedimenti, possibili decreti di infrazione, che però lasciano sempre il tempo che trovano. Poi ci sono i 15 miliardi della spending review che contengono anche i tagli a regioni e comuni, poi 3,8 miliardi dalla lotta all’evasione e mai cifra può essere più flessibile, 3,6 dalle rendite, poi qualcos’altro dalle slot machine, dalla banda larga e dalla riprogrammazione.

Bene le scelte di reimpiego. I diciotto miliardi alle imprese e al lavoro sono ossigeno indispensabile per la ripresa, così le agevolazioni alle famiglie con sgravi fiscali e la conferma degli ottanta euro, bene la conferma del miliardo e mezzo per gli ammortizzatori sociali previsti dal Jobs act, che riguardano anche i precari. Occorre anche un piano di investimenti per le opere pubbliche, un piano finanziato per la difesa dell’ambiente o dobbiamo aspettare altre alluvioni e altri morti? Occorre soprattutto concordare con regioni e comuni i tagli, per non arrivare al paradosso citato prima. Su quest’ultimo punto inviterei i socialisti a una battaglia politica. Noi siamo ancora presenti nelle regioni e nei comuni, nonché nelle nuove province. Perché non capeggiare una protesta non contro i tagli, ma contro i tagli lineari che finiscono per penalizzare le regioni e i comuni virtuosi, che obbligano a tagliare servizi o ad approvare nuove imposte. Non vorremmo che il governo facesse la figura del defiscalizzatore e regioni e comuni quella dei sadici esattori. Nelle tante Viareggio a cui ho partecipato, da amministratore locale, il Psi ha sempre proposto l’autorità impositiva per i comuni, ma non poteva prevedere che questa nuova funzione si trasformasse in autorità impositiva da introdurre dopo il taglio delle tasse del governo. Il lupo cattivo che mangia l’agnello buono, col cacciatore che sta a guardare…

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