Un marò di qua e un marò di là…
Paradossale davvero il modo col quale il nostro Paese ha trattato la vicenda dei nostri due marò, accusati di aver ucciso per errore due pescatori nel mare d’India nel febbraio del 2012, scambiandoli per pirati. Sono trascorsi quasi tre anni e da allora non solo non è stato celebrato alcun processo, ma nemmeno avanzato un capo preciso di imputazione nei confronti dei nostri due militari. In tre anni ne abbiamo viste di tutti i colori. L’Italia che chiedeva la garanzia che non fosse applicata la pena di morte, con risposte sempre contraddittorie, quando non palesemente reticenti.
Poi l’Italia che chiede e ottiene di fare trascorrere le vacanze natalizie (anche la campagna elettorale dello scorso anno), in patria, per poi riconsegnare i suoi due fucilieri all’India prima dell’Epifania. Che come tutte le feste anche i marò si porta via. Adesso il nostro Massimiliano Lattorre è in Italia con un permesso accordato dal governo indiano di potersi curare per un’ischemia che lo ha colpito in stato di fermo laggiù, mentre Salvatore Girone è ancora in India. Solo che mentre il governo italiano ha chiesto altri due mesi per curare Latorre e l’India glieli ha negati, a Girone è stato negato il permesso delle vacanze natalizie in patria. Non se ne può più.
Ma ve l’immaginate l’America, o anche la Francia, che da tre anni restano passive e accettano questo via vai di loro cittadini per di più militari? Ma che fine ha fatto quel tipo che ha sparato a Calipari, dove è finita la bella ragazza condannata, poi assolta e adesso da riprocessare per l’omicidio di Perugia, cosa ne è dei due piloti statunitensi che guidavano gli aerei che provocarono nel 1988 la strage del Cermis? E i francesi forse implicati nella strage di Ustica? Quale collaborazione ci ha mai prestato la Francia? Gli americani e i francesi i processi, chiamiamoli così, se li fanno da soli, quando li fanno. Noi siamo presi per il naso e adesso rischiamo la commedia di avere un marò di qua e uno di là. Se diamo indietro per la terza volta quello che sta qua rischiamo di non vederlo più. Se lo teniamo qua non sappiamo che fine faranno fare a quell’altro che sta di là. Una meraviglia…
L’affare dei nostri due maró é inesorabilmente lo specchio di come siamo bravi a condurre a conclusione le problematiche che man mano si presentano. Con l’aggravante che, in questo caso, stiamo pasticciando con gli occhi del mondo puntati addosso.
Egregio dottore, ricordo la figuraccia che facemmo quando decidemmo di trattenere a casa i nostri soldati senza però avvisare preventivamente l’ambasciatore italiano in India. Siamo grandi a fare queste cose.
Siamo sempre succubi di tutti gli altri paesi. Politicamente ed economicamente da sempre dipendiamo dagli USA, solo economicamente oggi dalla Germania, ed in più adesso ci si mette di mezzo l’India dove diplomaticamente non riusciamo a venirne a capo. La nostra nobiltà internazionale che fine ha fatto?
Si ricorda il detto: il diavolo fa le pentole ma non i coperchi? bene noi italiani agiamo proprio così.
E’ uno scandalo di portata internazionale quello dell’incidente dei nostri marò. Scandaloso per come si sono svolte le azioni del capitano della nave che i nostri soldati stavano difendendo. Scandaloso il governo di Nuova Delhi che ha strumentalizzato le vite di questi pescatori (ammesso che lo fossero veramente). Scandalosi i nostri governi perché non ce li hanno ancora riportati a casa.
Siamo ormai alla vigilia di Natale: ancora niente sui nostri ragazzi?
Cerchiamo di non fare però come l’anno scorso, che presero di fatto in ostaggio l’ambasciatore. Adesso si è già detto di dichiarazioni che il soldato a casa per curarsi non verrà rimandato in India. Indignazioni, braccio di ferro, ecc … e poi regolarmente lo rispediscono indietro. Almeno abbiate la decenza di non proclamare il contrario. Vi ricordo che il secondo marò è ancora nelle loro mani.
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