Parmenide e il Psi
Il più astruso e controverso filosofo greco, Parmenide, divenne noto per quel suo “L’essere è, il non essere non è”. In tanti hanno cercato un significato che andasse oltre la banalità. E siccome l’essere in greco non significa solo esistere e in lui assumeva soprattuto il significato di pensare, la sua affermazione lasciava il campo all’idea che il non pensato fosse il non essere. E dunque che, non essendo pensato, il non essere semplicemente non fosse. Non è possibile conoscere il non essere, visto che non è. Anzi, è tutto quello che non è. Il Psi si trova in mezzo al guado parmenideo. Non shaekspaeriano, visto che non sceglie esso stesso se essere o no. Per i più il Psi non è. Semplicemente perché non viene pensato. Perché non lo si avverte, non lo si conosce. E qui entriamo in gioco noi. Per essere pensato bisogna fare qualcosa. Anche solo come pericolo, come guaio, incubo in sogno. Per essere bisogna pensare idee nuove e agire con capacità di comunicazione. Con proposte concrete sul tempo presente. Magari partendo dal Comitato Bonino presidente e dal progetto sulla cogestione. Come ha suggerito l’Avanti, non Parmenide…
Caro Direttore, prendo in prestito qualche rigo scritto da tale Brancaleone da Norcia in altro commento: “la signora Bonino era ed è il nostro Presidente perfetto, ma purtroppo è portatrice di due peccati capitali, non è Cattolica, non è mafiosa”.
Siamo in tanti, tantissimi, che desideriamo respirare aria “pulita”; che il suo giornale ci guidi fuori dagli stereotipi e si impegni fino in fondo per la Signora Bonino. Ah, se vogliamo cambiare iniziamo dal linguaggio, aboliamo la parola “comitato” con “noi siamo con Emma, e tu?”. Buon anno. Angelo
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