Berlusca secondo i Matteo
Passa così, con leggerezza, da un Matteo all’altro. Silvio è uomo d’impresa, non conosce le logiche della politica. É stato fregato sul capo dello Stato, e allora butta all’aria tutto e dopo avere votato le riforme elettorali e costituzionali adesso parla di attentato alla democrazia. Su Mattarella Renzi gli ha giocato un brutto scherzo. Metti chi vuoi ma proprio il ministro che si era dimesso contro la Mammì? Su Matteo avrebbe messo la mano sul fuoco, senza capire che il Matteo uno aveva un problema più importante di quello relativo alla tenuta del Patto del Nazareno. E cioè la tenuta del suo partito, senza la quale avrebbe rischiato la figuraccia di Bersani. Tra il patto del Mattarellum e quello del Nazareno doveva per forza scegliere il primo, se voleva campare.
Così Silvio si è improvvisamente rivolto al Matteo due, unico vero leader alternativo a quell’altro, in forte ascesa elettorale, in epoca di internet e di felpe in stile Fiom. Tutto potevo pensare meno che Salvini ne sfoggiasse una con la scritta “Sicilia”. Il Matteo due ha capovolto la linea della sua Lega. Quella di Bossi era secessionista, guardava solo al Nord, disprezzava i sudici terroni mantenuti dallo Stato e chiamava Roma ladrona. Quella di Salvini è nazionalista, guarda anche al Sud, chiede scusa se è stata ingiuriosa verso i siciliani, punta su sicurezza e eurofobia. Berlusconi vuole adesso inseguire il secondo Matteo per impensierire il primo, il suo linguaggio pare quello dell’amante deluso. Mi hai tradito, e allora me ne vado con quell’altro.
D’altronde che altro può fare il cavaliere, ormai alla fine della sua penitenza? Puntare su Fitto è come tagliarsi i cosiddetti. L’ex governatore della Puglia è incompatibile con qualsiasi leadership in epoca informatica. Parla come un giovane De Mita, è stilisticamente, linguisticamente, fisicamente, inutilizzabile per guidare un partito e ancor più una coalizione. Parla con troppi “Complessivamente, contestualmente, pacatamente”, e via politicando. Alfano è ormai la caricatura di se stesso. Lo vedi che ha perso quando alza la voce per farti pensare il contrario. Accade che in taluni frangenti ti venga di pensare: “Ma davvero crede di darmela a bere?”. Alfano è oggi il capo di una sorta di piccolo Titanic e suona e canta. Con l’acqua alla gola. Salvini non lo vuole e Renzi lo sopporta. Altro non può fare Berlusca che consegnarsi al Matteo due, a meno che il primo Matteo non lo chiami e gli professi ancora amore e fedeltà. Una scappatella con Sel può anche essere perdonata. E Berlusca è uomo di mondo. Capace di rispondere, come Sarkozy a Cecilia: “Se torni annullo tutto”…
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