Presidente, quali dubbi sulla responsabilità delle toghe?
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in una dichiarazione nel corso di una visita dei giovani magistrati, ha proposto riserve sulla legge per la responsabilità civile delle toghe. Vuole meglio approfondire le eventuali conseguenze. Lecito che il presidente della Repubblica, prima di firmare una legge, svolga tutti gli approfondimenti del caso. Matterella non ha messo in discussione la legittimità del procedimento, che peraltro è molto blando e prevede la sola responsabilità indiretta. Vorrei meglio capire, però, quali possano essere le eventuali riserve.
La legge Vassalli prevedeva un filtro sull’ammissibilità del procedimento che oggi viene abolito, anche perché quel filtro era in realtà un tappo e la richiesta di provvedimenti era praticamente nulla. Se ne ricordano in tutti questi anni soltanto sei. Ridicolo. Si amplia la gamma dei comportamenti sui quali i ricorsi del cittadino possono essere riferiti e si ammettono anche le distorsioni del fatto e della prova e si innalza la quota dello stipendio in discussione qualora lo stato intenda rivalersi sul magistrato. Tutto qui. Nulla di particolarmente rivoluzionario. È bene non dimenticare che l’iniziativa legislativa sull’argomento è opera del nostro Enrico Buemi che aveva presentato una proposta di legge ben più pesante. E che aveva fatto gridare l’associazione dei magistrati al crucifige.
È ora che i magistrati si mettano il cuore in pace. Non possono considerarsi l’unica categoria senza controlli e sempre impunita. I laici non credono all’infallibilità del papa, figurarsi a quella dei piemme e dei giudici. Troppi sono stati in questi anni i comportamenti discutibili quando non riprovevoli. Dobbiamo sempre ricordare che due magistrati del caso Tortora, dopo quell’obbrobrio giuridico, sono addirittura stati promossi. E non possiamo dimenticare la politicizzazione dei partiti dei magistrati che compongono il Csm, organo di autogoverno diviso per ideologie. Su questo e sulla divisione delle carriere, nonché sulla obbligatorietà dell’azione penale, attendiamo al vaglio il governo Renzi, convinti che il nostro Buemi non tarderà a dare battaglia anche su questi argomenti.
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