Il vino di D’Alema
Citato a proposito della vicenda giudiziaria riferita al Cpl di Concordia e al suo rapporto col sindaco pidino di Ischia arrestato per tangenti, Massimo D’Alema, non indagato, viene ripreso per un colloquio coi vertici del Cpl in cui parla del suo vino, anzi del vino prodotto da sua moglie (dove?) e dei suoi libri venduti al complesso cooperativo. D’Alema ha tutta la nostra solidarietà, sia ben chiaro, perché acquistare vino e libri in cambio di nulla non è vietato. E sarebbe ora di finirla con le telefonate intercettate e subito diffuse sui giornali. Ma il nostro è un ululare alla luna. Però abbiamo due domande da rivolgergli. Si ricorda, Massimo, che durante il biennio di Tangentopoli ci furono dei socialisti come Franco Piro, indagati con tanto di avviso di garanzia, solo per avere venduto libri a privati e nessuno, e men che meno D’Alema, ha sollevato critiche e inscenato proteste? E poi, così per curiosità, ci potrebbe dire com’è il suo vino, perché se merita di essere acquistato sarei interessato a comprarlo anch’io.
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