La fine di Forza Italia…
Se fosse un partito normale Forza Italia sarebbe già morto. Del suo gruppo originario, tra Urbani, Dotti, Scognamiglio, Previdi, Dell’Utri, Bondi, poi Tremonti, Alfano, Schifani, Cicchitto, non è rimasto praticamente nessuno. Da quel che resta del partito delle europee che ottenne il magro risultato del 15 per cento, si sta distaccando il gruppone di Fitto che annuncia liste e alleanze in mezza in Italia e si comporta ormai come un partito. Tra i pochi rimasti regna il caos. Con battute all’uranio contro la “badante” Rossi, quella che ha le labbra ormai più grandi dell’esile corpo, o della nuova biondina Sarcone che debutta in tivù con un “Io mi augurerei che Forza Italia vada…” da matita blù.
Ma Forza Italia non è un partito come un altro. Oddio, è anche vero che molti degli altri partiti hanno finito coll’assomigliare a lei. Cosa sarebbe oggi il Pd senza Renzi? Ma è anche vero che di tutti i partiti laederistici Forza Italia è il più ritagliato sugli umori e anche gli amori del capo. La Biancofiore lo ripete. Nel partito decide solo Berlusconi. Mica i dirigenti, mica gli iscritti. Tutti lo sanno, almeno lei lo dice. Dunque tutto dipende ancora una volta solo da lui. Dicono che Berlusca si stia annoiando della politica e anche del Milan. C’è da credergli. I sondaggi e i risultati scoraggerebbero chiunque. Eppure non mi stupirei che il vecchio rubacuori ne stesse studiando un’altra delle sue.
Stavolta però dovrà superare tre ostacoli che paiono davvero insormontabili. Il primo è costituito da Renzi, che toglie al cavaliere il vecchio cavallo di battaglia dell’anticomunismo, e che ha iniziato, con una politica riformista e gradualista, ma anche antigiustizialista, a mietere consensi anche nel campo del centro-destra. Il secondo è quello costituito dall’Italicum due, che lo costringerà a presentare la stessa lista di Salvini, se il centro-destra vorrà competere per il premio di maggioranza, oppure dovrà alzare bandiera bianca presentadosi in ordine sparso.
Può anche essere che si scelga di non competere al primo turno presentando più liste per unificarle al secondo. Ma l’Italicum che prevede che al secondo turno, ammesso che nessuno superi il 40 per cento al primo, vadano solo due liste, potrebbe paradossalmente complicare ancora di più. E mettere in condizione Berlusconi di appoggiare proprio la Lega che viene data più forte di lui. Calcolo che diventerebbe suicidio. Il terzo ostacolo è costituito dall’età e dalla tentazione forte di godersi in suoi soldi in qualche beato paradiso terreste. Visto che in quello celeste, anche lui ne è cosciente, difficilmente sarà accettato. Come andrà a finire? Lo sa, davvero, solo Iddio.
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