Le due sinistre: Greganti e Buzzi
C’era una volta il Pci. Partito serio, disciplinato che, pur prospettando la berlingueriana questione morale, prendeva soldi dall’Urss e anche dai piani regolatori. Solo che aveva funzionari scrupolosi, silenziosi, quasi misteriosi. Come Greganti, che non parlava nemmeno se torturato. E al quale al festival dell’Unità di un comune della mia provincia hanno dedicato una maglietta. Strano, no? Se i soldi, come confessò, se li teneva per sé, perché trattarlo da eroe? Sempre a casa mia, nella rossa e comunista Reggio Emilia, ho conosciuto qualche personaggio che, si diceva, facesse affari per il partito.
Uno di loro non parlava mai, nemmeno con la moglie. Se gli chiedevi il nome si girava circospetto perché non lo sentisse nessuno e magari ti chiedeva se volevi il nome vero o quello di battaglia. Che era poi il nome da partigiano. Un nome che ricordava una saetta, un fulmine, un tuono. O un’evocazione mitologica, come quella di Enea o Ulisse. Il Pci era un partito che ha segnato l’epopea della politica coi suoi valori, le sue liturgie, i suoi misteri, i suoi silenzi, appunto.
Oggi il caso Roma segnala l’esistenza di un altro partito, chiacchierone, arruffone, come già si è detto, “alla vaccinara”. Tutti parlano e si vantano. Scambiandosi battute da trattoria fuori porta. “Ce stamo a magnà Roma” o “La mucca va fatta magnà se vuoi mungerla”. Tutto è comparato con i piatti tipici della cucina romanesca. È una corruzione all’ammatriciana. Condita con olio, peperoncino e sarcasmo. Qua e là anche con uno sconcertante moralismo: “Quello parlava di valori e poi se prende i sordi”. Naturalmente qui il finanziamento alla politica c’entra poco. Qui si intasca pè magnà. Sono coinvolti in tanti, assessori, consiglieri comunali, provinciali e regionali. Anche del Pd, appunto.
L’epopea di Greganti segnalava l’esistenza di un robusto corpo politico che aveva bisogno di alimentarsi con acqua di altri bacini. Qui siamo di fronte a una sistema corruttivo che ha come unica motivazione l’arricchimento, anzi l’ingrassamento. Anche consolandosi e auto giustificandosi, come nella dichiarazione di Odevaine, ex capo di gabinetto di Veltroni: “Sto per andare in pensione. Qualcosa adesso devo prendermi anch’io”. Una sorta di liquidazione sugli extracomunitari. Uno o due euro a testa. Mi viene spontaneo paragonare il Pci dei vari Greganti al Pd di questo Buzzi. Vuoi che sia anche un fatto geografico? Un torinese schivo e un romano ciarliero? In questa tempesta non so come parlare del sindaco Marino. Sicuramente una brava persona che non si è accorta di niente. Tanto che ha pensato di versare il suo primo stipendio di sindaco proprio a Buzzi. È la testimonianza della sua estraneità, anzi della sua extraterrestrità.
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