Parliamo di noi e dei dati elettorali
Nella segreteria di ieri sono emersi tutti i dati elettorali che riguardano la nostra comunità politica, sia quelli riferiti alle regionali, sia quelli delle comunali. Semplice fare due calcoli sulle regionali. In Liguria e in Veneto niente avevamo e niente abbiamo raccolto. In Toscana avevamo eletto un consigliere con la lista bloccata del Pd. Abbiamo presentato una lista civica, di area laico-socialista, e non abbiamo superato lo sbarramento elettorale. Nelle Marche abbiamo eletto due consiglieri in una lista civica di area laico-socialista, e ne avevamo eletto, più o meno con la stessa lista, uno solo.
In Umbria abbiamo confermato il consigliere regionale con una lista socialista (sfiorando il secondo), così come in Campania, dove abbiamo eletto, soprattutto grazie al sette per cento di Salerno, un consigliere (uno ne avevamo eletto nella lista di Sel, perché l’altro si è presentato nelle liste del Pd ed è stato eletto). In Puglia, invece, la scelta di collocarsi nella lista del candidato presidente non ha dato frutti. La nostra rappresentanza (erano quattro gli eletti nella lista di Sel, ma due avevano abbandonato il nostro partito) è stata azzerata.
Calcoli alla mano. Abbiamo eletto quattro consiglieri, tutti in liste socialiste o autonome, nessuno nella lista del Pd o del presidente. In liste socialiste ne avevamo eletti precedentemente solo due (uno in Umbria, uno nelle Marche). Poi avevamo eletto quattro socialisti in Puglia e due in Campania nella lista di Sel, uno nella lista del Pd. Se sommiamo tutti i socialisti eletti in vario modo passiamo da otto a quattro. Se restiamo ai socialisti che erano rimasti con noi passiamo da cinque a quattro. Questo è il dato regionale che ognuno può leggere come vuole.
Passiamo al dato delle comunali. Qui noi eleggiamo, nei comuni superiori ai quindicimila abitanti, trenta consiglieri. Ne avevamo precedentemente eletti venticinque. Parliamo di liste prevalentemente socialiste. Usciamo dal consiglio di Venezia e di Nuoro, in quest’ultimo caso a causa della sconfitta del centro-sinistra, ma rientriamo nei consigli comunali di Aosta, Trento, Bolzano, Mantova, Voghera, Bollate, Arezzo, Pomigliano d’Arco, Matera. A Marsala otteniamo l’11,25 per cento e tre seggi, a San Giovanni in Fiore (Cosenza) l’11,2.
Credo non si possa ignorare, dunque, che una presenza socialista, superiore a quella di tutti gli altri piccoli partiti e almeno uguale a quella dei medi, esiste sul territorio, grazie a una diffusa organizzazione e a singole personalità stimate e conosciute. Il secondo elemento è il successo che le liste socialiste o autonome hanno generalmente conseguito, sommate all’insuccesso delle nostre candidature in casa altrui. Questa idea che i socialisti prevalgano sempre con le preferenze in liste di coalizione è stata stavolta seccamente smentita.
Il terzo elemento riguarda la prospettiva del centro-sinistra. Se nell’area del centro-destra esiste una molteplicità di soggetti anche diversi tra loro, nel centro-sinistra esiste solo il Pd. E questa solitudine oggi si mostra come una debolezza. Questo apre spazi all’iniziativa di soggetti diversi. Con uno sguardo a una legge elettorale che personalmente ho sempre contestato e che manifesta, sia nella forma del superamento delle coalizioni (alla fine il centro-destra si presenterà con una lista di coalizione), sia nel meccanismo del ballottaggio (che oggi, novità assoluta, penalizza il centro-sinistra), tutta la sua pericolosità e che i parlamentari socialisti dovrebbero proporre di emendare.
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