Perché il premio di lista favorisce Grillo
Augusto Barbera, sul Carlino-Giorno-Nazione di oggi, svela un segreto di Pulcinella. Coloro che pongono resistenze all’approvazione al Senato della riforma costituzionale hanno in mente la riforma dell’Italicum. Parlano di Senato elettivo, ma il problema è davvero un altro: cambiare la legge elettorale sul premio di lista reintroducendo quello alla coalizione. Questo sostanziale cambiamento della legge sarebbe esplicitamente richiesta dal Nuovo centrodestra, dal gruppo di Verdini, ma anche da Forza Italia e Lega, forse anche da Sel e dall’opposizione pidina. Penso dovrebbe essere richiesta esplicitamente anche da noi.
Naturalmente sorge spontanea una domanda. E cioè: dov’erano costoro quando l’Italicum è stato approvato? Dormivano, sottovalutavano il potere deflagrante del premio di lista? Solo l’Avanti aveva intuito che questa modifica avrebbe fatto esplodere il sistema politico italiano? Anche i sondaggisti finivano per non capire e i risultati dei sondaggi venivano inseriti negli schemi che l’Italicum aveva invece infranto. Facciamo i due esempi di come si dovrebbero presentare le forze in campo. Col premio di lista il Pd presenterebbe la sua lista magari aperta a micro soggetti politici. Ma non potrebbe andare più in là componendo una più vasta aggregazione. Per competere e puntare sul ballottaggio, o anche sul quorum del 40 per cento, Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia dovrebbero presentare un’unica lista, con evidenti problemi di composizione programmatica e politica.
Il Nuovo centrodestra dovrebbe allearsi con l’Udc, verdiniani e quel che resta di Scelta civica, ma senza alcuna possibilità di coalizzarsi con Renzi e dunque di governare. Così sarebbe anche per Sel e gli altri di sinistra, che sarebbero oltretutto in preda alla sindrome Bertinotti sul voto utile. Bel pasticcio anche per i dissidenti pidini, condannati a rimanere per sempre nel partito contando sulla benevolenza di Renzi. Nel caso del premio alla coalizione invece il Pd potrebbe comporre un’alleanza col centro di Alfano, ormai destinato a cambiare nome, Casini, Verdini. Non credo riuscirà ad aggregare invece Sel che con gli altri di estrema sinistra contesta così duramente il governo Renzi. Potrebbe anche nascere, e qui dipende da noi, una lista liberalsocialista che punti a superare la soglia del tre per cento. Dall’altra parte si dovrebbe schierare la vecchia coalizione di centro-destra con le liste tradizionali. Unico problema di costoro è il candidato premier.
Solo ai grillini potrebbe apparire assolutamente indifferente l’una o l’altra soluzione. La solitudine è la loro forza. Ma per loro, e questa era la posizione ufficiale del movimento Cinque stelle, la scelta migliore è certo quella del premio di lista, perché più raggiungibile sarebbe la seconda posizione che potrebbe generare il ballottaggio. Magari confidando nella prospettiva Parma. E cioè nel voto maggioritario dell’elettorato di centrodestra, che preferirebbe i seguaci di Grillo a quelli dell’ex Pci. Anche se continuare con la solfa dell’anticomunismo con Renzi risulta oggi davvero farsesco. Questo è quanto. Vuoi vedere che l’Italicum col premio di lista che favorisce solo i Cinque stelle è stato approvato dagli altri per fare un piacere a Grillo?
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