Extracomunitari, feste e Dimora d’Abramo
È evidente che utilizzare gli extracomunitari per una festa di partito rappresenta una leggerezza che il prefetto non poteva non sanare. Restano invece quanto mai opportune le rivelazioni di don Daniele Simonazzi attorno alla Dimora d’Abramo, all’approvazione del suo bilancio, alla decisione di ripartire i suoi utili, resi possibili anche dai contributi statali sugli immigrati, tra i quaranta soci. Penso anch’io, come ha richiamato giustamente don Dossetti che pure quel bilancio ha votato, che tutto quello che può guadagnare un ente preposto alla solidarietà sociale, in particolare se praticata con l’ausilio pubblico, debba essere reinvestito per lo stesso, identico fine.
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