Il maggiolone verde
Avevo un amico che possedeva una Volkswagen verde. La chiamavamo maggiolone. Era il simbolo di uno che guardava all’Europa, e noi con le nostre cinquecento ci sentivamo inferiori. Poi arrivarono le notizie sugli accordi dell’azienda tedesca coi lavoratori che ci indussero a criticare i nostri sindacati per la loro arretratezza. Insomma dai, che roba, sta marca tedesca che sfornava nuove auto sempre all’avanguardia. Poveri noi, con le nostre Fiat. Adesso è crollato un po’ un mondo. L’efficienza, la tecnologia, la produttività tutto all’avanguardia tranne un piccolo particolare. La mancanza di controlli sugli effetti inquinanti. Quel diesel gate che sta sconvolgendo mezzo mondo. Come? Cioè i tedeschi inquinano con le loro auto e adesso devono ritirarle, producendo effetti negativi anche negli altri paesi sul piano produttivo e dell’occupazione, come sostiene il nostro Padoan? L’infallibile Germania che sviluppa un problema ambientale senza essersene accorta? In molti ridono sotto il naso. I greci riscoprono il loro orgoglio che parte da Omero. E pensano di vincere un nuova guerra di Troia. Gli italiani si rifanno a Leonardo e Galileo. E a due guerre vinte (sia pur passando l’una e l’altra volta coi vincitori). Chi hanno mai avuto i tedeschi prima della Volkswagen? Kant, Hegel, Marx, Einstein? Noi abbiamo Marchionne, signori, e dobbiamo proprio accontentarci..
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