Follie del calcio italico
La regola della responsabilità oggettiva che vige nel calcio era tipica dei regimi nazisti e staliniani. Se uno compiva un reato lo si applicava anche ad altri. La comune matrice era l’ideologia. Oggi è la fede calcistica. Se uno compie un reato vengono puniti tutti quelli che appartengono alla stessa fede calcistica. Avviene, credo, solo in Italia. Diamo un’occhiata all’estero. In Inghilterra durante un incontro un tifoso ha invaso il campo e aggredito un portiere. È stato immediatamente arrestato lui, punto e a capo. In Italia in casi analoghi (penso alla vicenda del tentativo di aggressione a Marassi ai giocatori del Genoa) viene squalificata un’intera curva e sono innalzate barriere a punta. Se in Spagna viene gettata una banana a un giocatore il lanciatore viene espulso dallo stadio, in Italia viene squalificata un’intera gradinata. Quello che è successo a Mantova è da condannare nel modo più deciso. I tifosi reggiani tutti dovrebbero dare un esempio di tolleranza e di non violenza. Però i colpevoli sono stati identificati e hanno subito il Daspo. Gli altri che c’entrano? E soprattutto, siccome tutti, anche coloro che sono stati autori di gesti sconsiderati, avevano la tessera del tifoso, se no non sarebbero potuti entrati allo stadio, a che servono le tessere del tifoso? Perché non le eliminiamo, visto che sono utili solo a mettere bastoni tra le ruote a chi si vuole abbonare e a chi civilmente vuole seguire la sua squadra in trasferta? Visto che chi ha la tessera può delinquere e chi non delinque e ha la tessera può ugualmente essere inibito dal seguire la sua squadra chiarisca il ministro Alfano a cosa serve questa italica astruseria.
Leave your response!